Oggi è la Giornata mondiale dell’endometriosi. Lanzarin: “Una donna su 10 ne soffre in età fertile, fondamentale la diagnosi precoce”

Oggi è la Giornata mondiale dell'endometriosi
Oggi è la Giornata mondiale dell’endometriosi

Oggi, martedì 28 marzo, è la Giornata mondiale dell’endometriosi, una ricorrenza nata per porre l’accento su una malattia che si sta sempre di più diffondendo tra le donne in età fertile: una patologia dagli effetti altamente invalidanti.

L’endometriosi è una malattia ginecologica infiammatoria cronica e, ancora oggi, è poco conosciuta nonostante la sua diffusione, tanto che la diagnosi spesso può arrivare soltanto a seguito di un percorso lungo e dispendioso. Inoltre, la terapia da seguire non è così scontata e nota.

Tale patologia consiste nella presenza e proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina, provocando così mestruazioni dolorose, dolore pelvico cronico, dolore durante la minzione, sintomi gastrointestinali, affaticamento, dolore durante i rapporti sessuali, nausea e cefalea. Inoltre può essere causa di infertilità.

Può comparire già alla prima mestruazione e durare fino alla menopausa.

Riconoscerla non è una cosa immediata, in quanto la sintomatologia che la caratterizza è in comune anche con altre patologie. Uno scenario che provoca delle ripercussioni sul benessere psicofisico della donna che ne è affetta e sulla sua qualità di vita.

Attualmente l’endometriosi è stata inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, con il riconoscimento del diritto all’esenzione di alcune prestazioni psicofisiche.

Tutti i numeri dell’endometriosi

A fare un quadro numerico della malattia è stata l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin: “L’endometriosi è una malattia subdola, di difficile diagnosi, che colpisce in modo grave una donna su 10 in età fertile, modificando pesantemente la sua vita di relazione e lavorativa – ha affermato -. È una nemica tanto poco conosciuta quanto temibile. La diagnosi, purtroppo, è complessa e arriva con un ritardo stimato di circa 7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna”.

“Diagnosticare precocemente questa patologia permette di accedere il prima possibile ai trattamenti – ha proseguito -. È di fondamentale importanza, perché si può migliorare la qualità della vita e prevenire l’infertilità”.

Il mese di marzo, quindi, si tinge idealmente di giallo, colore dedicato a questa campagna di sensibilizzazione.

Si stima che sia affetto da questa patologia il 10-15% delle donne in età fertile, con diversi gradi di severità, e il 30-50% delle donne, con diagnosi di infertilità o con difficoltà a concepire. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in donne più giovani.

“Purtroppo l’endometriosi è molto difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti – ha sottolineato l’assessore -. È per questo che, nella maggior parte dei casi, la diagnosi arriva in ritardo, quando ormai la patologia ha creato danni fisici e psicologici. In Veneto le nostre ginecologie sono molto sensibili e preparate ad affrontare questa malattia, favorendo percorsi di ascolto e di presa in carico delle donne. È per questo che chiunque abbia sintomi sospetti, o non riesca a risolvere situazioni dolorose, è bene si rivolga ai centri dove può essere presa in carico e accompagnata verso una diagnosi precisa”.

La testimonianza di Elisa per sensibilizzare le ragazze sull’endometriosi – servizio di Luca Vecellio

“L’iniziativa si inserisce all’interno della campagna della Regione del Veneto ‘Vivo Bene’ – ha concluso Lanzarin – che tramite la programmazione di iniziative di comunicazione diffonderà, attraverso diversi canali social, informazioni utili per conoscere e riconoscere questa patologia e per orientarsi nei percorsi da intraprendere. Conoscere questa malattia è di fondamentale importanza per combatterla, sensibilizzando sui sintomi, a cui è bene prestare attenzione e poter parlarne al proprio medico, senza timore o vergogna”.

(Foto: Freepik).
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