Non è il massimo ricordare, ancora una volta, purtroppo, come i nostri tempi siano segnati a vari livelli da un diffuso senso di contesa e contrapposizione fra le persone, che la vicenda “social” tende inevitabilmente a diffondere e ad alimentare ulteriormente.
E’ come se fosse passata ormai l’idea nell’opinione pubblica che l’affermazione dell’identità dei singoli, in termini di idee e di visioni concrete della vita, sia collegata inevitabilmente alla “vis polemica”, alla presa di distanza, quasi a un senso permanente di ostilità verso coloro che non la pensano come noi. Altro che ponti e buone relazioni, che sarebbero favoriti dalle connessioni della società digitale!
E’ tutto un alzarsi di muri e di barriere, a dividere i contendenti sulle cose importanti e a anche sui dettagli meno significativi, per costituire alla fine una serie di riserve e di comunità ristrette in cui ciascuno afferma se stesso nella misura in cui si contrappone a qualcun altro che la pensa diversamente. E’ una sorta di mentalità “contro”, che genera continuamente chiusure e conflittualità, e contribuisce per niente alla maturazione di un senso aperto e costruttivo di cittadinanza, fondato sul confronto libero e pacifico delle opinioni.
La questione si fa ancora più pratica e tangibile se proviamo a fermarci un attimo a considerare quante persone oggi fanno della critica malevola, del pregiudizio e della lamentazione perpetua la cifra costante della loro esistenza, trovando sempre motivi per parlare male del prossimo e per trovare in ogni situazione delle ragioni di insoddisfazione rispetto ai fatti e ai comportamenti umani. E di solito si tratta sempre di soggetti che si guardano bene dal mettere in atto qualche azione positiva in favore della comunità, e che dall’alto del loro senso invincibile e profondo di superiorità trovano motivi per contestare in radice, e senza attenuanti, le scelte e le realizzazioni altrui.
“Contro”, appunto, a prescindere, per partito preso, perché questa è l’essenza della loro attitudine verso la vita. Eppure, non tutto si può ridurre a queste note di pessimismo e di tristezza. Anzi, una parte vitalissima e maggioritaria della nostra società continua a muoversi con attenzione, disponibilità e generosità esemplari nei confronti delle necessità e dei destini dei singoli e dell’intera collettività, manifestando uno spirito costruttivo, favorevole, fiducioso e ottimista, nonostante tutto.
La sua opera è l’eloquente dimostrazione della mentalità “per”, che non si attarda a trovare scuse, giustificazioni e pretesti per non fare, che non perde tempo in chiacchiere fumose e inconcludenti, che non si ferma a contemplare le inevitabili e immancabili difficoltà delle attività quotidiane per non dare completezza a progetti, obiettivi e traguardi. E’ un popolo molto presente, sensibile, radicato e diffuso nei nostri territori, dove offre un formidabile contributo all’animazione culturale e sociale della vita di tutti.
E stavolta ci fermiamo a parlare in particolare di una realtà associativa che già nel suo nome dimostra la sua carta d’identità, la sua gamma di valori, il suo stile di relazioni con la comunità: le “Pro Loco”, infatti, sono “per” il territorio, a favore, a disposizione, e incarnano la volontà di offrire risorse umane, impegno e organizzazione per dare valore e sostanza al senso autentico di comunità.
Nessuno può mettere in discussione lo spendersi “per” gli altri da parte delle Pro Loco, che rappresentano un motore insostituibile di attività finalizzate a mantenere vita sociale e tradizioni, a valorizzare storie e prodotti e a promuovere anche sotto il profilo turistico le area più diverse del nostro Paese. Anche in questo inizio d’estate, basta avere uno sguardo non distratto sulle dinamiche dei nostri territori per avere l’ennesima conferma del ruolo decisivo svolto dai volontari di queste associazioni, in particolare nella Marca Trevigiana che coltiva da sempre un amore speciale per l’identità e l’orgoglio di radici, e dove le Pro Loco sono un cantiere aperto tutto l’anno di iniziative e di manifestazioni di tutti i generi e per tutte le età. Negli ultimi tempi non sono mancate neanche per loro difficoltà imprevedibili, la vicenda della pandemia, il non semplice ricambio generazionale, ma a tutto questo esse hanno saputo rispondere al meglio rinserrando i ranghi, motivando nuovamente la validità delle proprie buone ragioni, rafforzando i percorsi organizzativi in rete, qualificando ulteriormente la proprio attività anche rispetto all’ambito culturale e civile, migliorando la comunicazione dei propri percorsi e dei proprio risultati a servizio del territorio.
Ecco, le Pro Loco sono oramai da tempo parte integrante, costitutiva, significativa e credibile di questo popolo, che dimostrano a tutti che cosa voglia dire farsi carico della vita della comunità e contribuire a edificarla ogni giorno con altruismo, pazienza, gratuità e indomabile generosità.
Nel loro nome sono custoditi la loro missione, la loro opera esemplare, la loro inestinguibile passione per la verità della storia che siamo e le straordinarie possibilità di elevazione per quanti vogliono bene nei fatti concreti, e non solo a parole, ai luoghi e alle persone del proprio territorio. Sono “per”, non sono “contro”: è una lezione di umanità, antica e moderna, che attraversa la nostra stessa dimensione interiore, e che fa pensare sul serio, per poter cambiare in meglio, tutti insieme.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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