Nato a Verdú (Spagna) il 25 giugno 1580, studiò lettere e arti all’università di Barcellona e nel 1602 entrò nella Compagnia di Gesù. Esortato dai suoi superiori a partire per evangelizzare i possedimenti spagnoli in America, sbarcò nel 1610 a Cartagena (Colombia), dove fu poi ordinato sacerdote nel 1616.
Per 44 anni fu missionario tra gli schiavi afroamericani, in un periodo in cui era molto sviluppata la tratta di esseri umani. Educato alla scuola del missionario Alfonso de Sandoval, si rese, con voto, “Aethiopum semper servus” (“sempre schiavo degli Etiopi”). Da persona timida ed insicura delle proprie capacità, diventò un organizzatore caritatevole, ardito ed ingegnoso. Ogni mese sbarcavano a Cartagena migliaia di schiavi neri stipati nelle stive delle navi, quasi tutti giovani che invecchiavano e morivano presto per la fatica, Claver usciva in mare con il suo battello per incontrarli portando loro cibo, soccorso e conforto, guadagnandosi così la loro fiducia.
Per parlare con loro, istruirli e battezzarli riunì un gruppo di interpreti di varie nazionalità e li fece diventare catechisti. I mercanti di schiavi non erano i suoi soli nemici, fu infatti accusato da molti fedeli di incauto zelo e di avere profanato i sacramenti. Claver continuò la sua missione accettando tutte le umiliazioni e aggiungendo penitenze rigorose alle sue opere di carità, gli mancava l’aiuto degli uomini ma riteneva di avere forza da Dio.
Morì nel 1654 a Cartagena all’età di 74 anni. Fu canonizzato il 15 gennaio 1888 da Papa Leone XIII. Il 7 luglio 1896 fu proclamato patrono di tutte le missioni cattoliche tra i neri.
(Foto: web).
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