Settant’anni fa il primo Telegiornale in diretta: la sua importanza e come ha cambiato la vita degli italiani

Era mercoledì 10 settembre 1952 quando la Rai, Radio televisione italiana, trasmise per la prima volta nella storia del Paese il Telegiornale in diretta.

Si trattava di una sperimentazione, che divenne poi regolare con il direttore e giornalista Vittorio Veltroni il 3 gennaio 1954 alle ore 20:45. Le prime notizie trasmesse, alle 21 da Milano, furono sulla storica Regata di Venezia (la manifestazione avente origine intorno al 942 che si svolge, tutt’oggi, lungo il Canal Grande), ma anche sulla campagna elettorale negli Stati Uniti, i funerali del leader sovietico Stalin e sul Gran Premio di Formula 1 tenutosi a Monza.

A commentare le notizie, per quindici minuti, lo speaker e giornalista Riccardo Paladini (nella foto), ma sarà con l’arrivo di nuovi cronisti che il Tg inizierà ad avere la possibilità di concentrarsi sui diversi settori più importanti, come la politica, la cronaca, lo sport e lo spettacolo.

Successivamente la Rai invierà i primi corrispondenti nei capoluoghi del Nord Italia e, dopo un periodo in cui lo spazio dedicato al telegiornale era ridotto, esso apparirà con tre edizioni a settimana, il martedì, il giovedì e il sabato. Quando inizierà, nel 1954, il telegiornale ufficiale, andrà in onda alla sera con una durata di 20 minuti e un’impostazione simile a quella del giornale radio, molto seguito all’epoca.

Si trattava di un’informazione semplice ed essenziale, lontana da quella di oggi, influenzata dallo stile americano, più plateale e ricco di filmati. Diffuso inizialmente sul Primo Programma, oggi Rai Uno, solo successivamente, nel 1961, arriverà al secondo, Rai Due, per poi nel 1977 essere trasmesso a colori. La prima sigla sarà il Giramondo, un adattamento Jingle del programma radiofonico “I tre moschettieri” che andò in onda sull’EIAR dal 1934 al 1937.

Il successo del telegiornale fu senza precedenti: dal momento della sua nascita segnò la storia di un Paese intero. Le notizie non si apprendevano più, come avveniva fino a quel momento, da giornali cartacei o dalla radio, ma entravano dentro alle case tramite il tubo catodico. Ogni informazione era arricchita da immagini che permettevano allo spettatore di immergersi in quanto stava avvenendo e non si trattava più della sola classe colta, in grado di leggere e comprendere, ma si rivolgeva a tutto il popolo.

Inviati dalle diverse località d’Italia trasmettevano le novità del momento e coloro che erano interessati a seguirle le potevano apprendere dal divano di casa, semplicemente premendo il tasto di accensione dell’apparecchio.

(Foto: Wikipedia).
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