E con il nuovo anno, un vecchio adagio che funziona sempre: usiamo il cervello

E con il nuovo anno, un vecchio adagio che funziona sempre: usiamo il cervello

Sapere e credere convivono allegramente nel chilo e mezzo di materia grigia che ognuno di noi si trascina nella scatola cranica. Quello degli umani, tra tutti gli animali, è unico per complessità, approfittiamone. È un cervello irripetibile visto che nello stesso tempo vaga tra unicorni e accelerazione di gravità. Superstizioni e conoscenza usano gli stessi neuroni e le stesse sinapsi, è tutto lì.

Possiamo usare il nostro cervello come ci pare, anche per conoscere tutte le false illusioni che ci accompagnano da quando veniamo al mondo. Abbatterle, è un dovere cerebrale, significa usare uno strumento originale, almeno per quello che sappiamo fino ad ora.

Conoscere la ricchezza di forme di vita che ci circondano e dalle quali dipendiamo per la nostra stessa esistenza è un dovere che ognuno di noi dovrebbe sentire. Se non altro per meravigliarsi e per meravigliare lo sprovveduto ingenuo che ci sta vicino.

Far capire che una nano molecola di RNA può distruggere un intero continente, non è poca cosa, così come conoscere che la variazione di una piccola corrente d’aria può creare un cataclisma.

Scrivo usando una serie finita di 0 e 1, e tutto questo può sembrare magia pura. Ma di sicuro non per chi legge queste righe. La conoscenza del sistema binario e della logica matematica spiegano l’informatica. E non passa certo lo stupore, anzi, credo lo esalti come non mai. Sono sempre il prodotto del nostro cervello. Basta studiarlo e comprenderlo.

Ritenere di capire senza conoscere è prova dell’infantilismo della nostra specie. Siamo animali culturali. È la cultura la nostra arma vincente. Lo è da 300.000 anni, da quando la nostra specie si è evoluta.

Chiudete gli occhi e date dei nomi ad almeno una decina di forme di vita che vi circondano. Troppo poche? Avete ragione, osate di più. Siamo gli unici esseri in grado di farlo in modo così sofisticato da descriverlo nei minimi termini e da offrirlo culturalmente ad altri.

Che il 2024 sia un anno ricco di biodiversità.

Conoscerla è un diritto e un dovere per tutti.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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