Cellule, cloroplasto, fotosintesi: scopriamo con l’aiuto del piccolo Max perché i vegetali sono veri amici di tutte le specie viventi

Finita la fetta di torta Sacher, è con un certo orgoglio che il piccolo Massimiliano, 9 anni, mi chiede di spostarci verso un tavolino sgombro di tazze e piattini dove srotola il suo disegno. Non c’è che dire, una meraviglia. È vero che avendo avuto sempre grosse difficoltà con le matite, ammiro indistintamente qualsiasi talento rappresentativo, ma quello che ho di fronte è un vero e proprio capolavoro.

È il disegno di una cellula vegetale con tutti i vari organelli e in primo piano lui è lì, il cloroplasto. Max (la mamma non vuole, ma il nome richiama un risparmio verbale e tutto il resto della famiglia lo chiama così) mi mostra il cloroplasto e mi spiega quanto sia importante perché è proprio lì che avviene la fotosintesi. Mi informa che dalla “semplice” erba alla “forte” quercia, le cellule di tutti i vegetali sanno trasformare l’acqua che sta nella terra e l’anidride carbonica che si trova nell’aria in zuccheri usando l’energia solare.

Mi annuncia con una certa serietà che quello che fanno tutti i vegetali serve a noi per vivere perché lo “scarto” della fotosintesi è proprio l’ossigeno. Usa proprio il termine scarto, ed io ringrazio di cuore il piccolo Max, la sua maestra e la sua scuola che ha scelto di traghettare dalla magia delle divinità del sacro allo stupore e alla meraviglia della conoscenza scientifica. Mentre parliamo entrano gli amici di Max, ognuno con il proprio disegno preparato per la mostra di ieri nell’Auditorium dell’Università, la giornata dell’albero.

La giornata internazionale dedicata al verde si celebra ogni anno il 21 novembre e quest’anno compie 71 anni. Istituita ufficialmente in Italia nel 1951, ogni anno viene celebrata con un certo successo ed entusiasmo nelle scuole. In molte fioccano i programmi per istruire i nostri piccoli cittadini sul capitale arboreo che disponiamo e sul suo ruolo ecosistemico. Da decenni, in aree UNESCO (dove ricordiamo che la S sta per SCIENZA), progetti dedicati alla comunicazione scientifica allertano botanici ed ecologi.

Un piccolo viaggio dalle scuole dell’infanzia ai Licei in aree UNESCO vi daranno un bel panorama di come funzioni la comunicazione scientifica. Gradualmente viene insegnato un vocabolario botanico utile per capire la realtà del patrimonio del verde urbano, alberature stradali e viali, tagli boschivi per uso civico e prevenzione incendi. Quest’anno ai Licei è stato assegnato il compito di monitorare l’approssimazione gestionale del patrimonio arboreo come abbattimenti, capitozzature e potature errate e scelte illogiche nelle zone a verde pubblico, quella che ormai è diventata una vera e propria “alberofobia”. Attendo con ansia il report e bravi agli scienziati che si sono donati a questo bellissimo appuntamento.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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