Fenicotteri rosa: tra migrazione e longevità, il segreto della vita lunga

I fenicotteri rosa sono tra gli uccelli più affascinanti e longevi del mondo, con una durata di vita che può raggiungere i 40 anni in natura. Questi eleganti animali, caratterizzati dal piumaggio rosa acceso, dal lungo collo e dalle zampe simili a trampoli, popolano le zone umide del Mediterraneo, nell’Alto Adriatico le coste venete ospitano circa il 66% dell’intera popolazione, mentre in Camargue, nel sud della Francia, un team di ricercatori ha condotto uno studio rivelatore su come le strategie migratorie influenzino l’invecchiamento di questi straordinari animali.

Analizzando i dati di mortalità e riproduzione di 1.840 fenicotteri inanellati, raccolti in oltre 40 anni di monitoraggio, gli scienziati hanno scoperto che gli uccelli “residenti”, ovvero quelli che scelgono di trascorrere l’inverno nella Francia continentale, godono di vantaggi significativi nelle prime fasi della vita rispetto ai loro simili “migratori”, che invece si spostano verso climi più caldi in Spagna, Italia e Nord Africa.

I fenicotteri residenti mostrano infatti un maggiore successo riproduttivo e tassi di sopravvivenza più elevati all’inizio dell’età adulta. Al contrario, i migratori devono fare i conti con una mortalità più alta e una minore capacità riproduttiva nei primi anni, a causa dei rischi connessi ai lunghi viaggi stagionali.

Tuttavia, gli svantaggi iniziali dei migratori sembrano essere compensati in età avanzata. Sorprendentemente, questi uccelli iniziano a invecchiare mediamente 1,5 anni dopo rispetto ai residenti, mostrando un declino più lento delle funzioni biologiche. È come se la scelta di migrare, seppur rischiosa, conferisse loro una sorta di “elisir di lunga vita”.

Questi risultati supportano l’ipotesi dei “vantaggi immediati per i residenti”, evidenziando l’esistenza di compromessi tra il restare stanziali e l’intraprendere la migrazione. Come spiega Jocelyn Champagnon, ecologista presso il Tour du Valat e coautrice dello studio, “sebbene i residenti possano riprodursi più spesso nei primi anni di vita, questo ha un costo: una mortalità più elevata e un ridotto successo riproduttivo in seguito. I migranti, d’altra parte, potrebbero rinunciare a una riproduzione precoce per una migliore sopravvivenza in età adulta”.

Le ragioni precise di queste differenze nell’invecchiamento rimangono ancora da chiarire, ma una cosa è certa: le scelte individuali, come quella di migrare o meno, hanno un impatto significativo sulla longevità in natura. E chissà che in futuro queste scoperte sui fenicotteri non possano aiutarci a svelare alcuni dei più grandi misteri della vita, come le cause dell’invecchiamento e la possibilità di rallentarlo o addirittura invertirlo.

Dopotutto, come afferma Hugo Cayuela, ecologo presso l’Università di Oxford e autore principale dello studio, “comprendere le cause dei cambiamenti nel tasso di invecchiamento è un problema che ha ossessionato ricercatori e filosofi poliedrici fin dai tempi antichi”. E oggi, grazie a questi affascinanti uccelli rosa, siamo forse un passo più vicini a trovare alcune risposte.

(Autore: Paola Peresin)
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