Ma i pesci bevono l’acqua?

Eravamo seduti sulla sabbia, guardando le onde che si infrangevano dolcemente sulla riva, quando il mio nipotino mi ha guardato con quegli occhi curiosi che solo i bambini sanno avere e mi ha fatto una domanda che mi ha colto impreparato: “Ma i pesci bevono l’acqua?”

Per un momento sono rimasta in silenzio, osservando il mare che si estendeva all’orizzonte. Una domanda così semplice, eppure così profonda. Quando i pesci hanno sete, bevono l’acqua di mare? Ho capito subito che la risposta sarebbe stata più affascinante di quanto entrambi potessimo immaginare.

Immaginate di trovarvi in mezzo all’oceano, circondati da miliardi di litri d’acqua, eppure completamente disidratati. Sembra un paradosso, ma è esattamente la situazione in cui si trovano molti pesci marini ogni giorno della loro vita.

Alcuni pesci bevono acqua salata, altri no. Questa differenza dipende da dove vivono e da come i loro corpi si sono adattati nel corso dell’evoluzione. I pesci sono creature straordinarie che hanno sviluppato soluzioni ingegnose per sopravvivere in ambienti acquatici completamente diversi.

I pesci ossei marini – come merluzzi, orate e tonni – si trovano in una situazione costantemente difficile. I loro corpi contengono meno sale dell’acqua di mare che li circonda, il che significa che hanno una concentrazione salina più bassa rispetto all’ambiente esterno. Questo apparentemente piccolo dettaglio ha conseguenze enormi per la loro sopravvivenza.

A causa di un processo chiamato osmosi, l’acqua tende sempre a spostarsi dalle zone meno concentrate verso quelle più concentrate, attraversando membrane come la pelle e le branchie. Per i pesci marini questo significa una perdita costante di acqua corporea verso il mare. È come se avessero migliaia di piccoli buchi invisibili attraverso cui la loro preziosa acqua corporea fuoriesce continuamente.

Per compensare questa perdita inarrestabile, i pesci marini sono costretti a bere grandi quantità di acqua salata. Ma qui sorge un altro problema: troppo sale è tossico per qualsiasi organismo vivente. Come fanno quindi questi pesci a sopravvivere bevendo costantemente acqua che per noi sarebbe letale?

La natura ha fornito loro due sistemi di filtraggio straordinari. I loro reni funzionano come vere e proprie centrali di depurazione, pompando il sale in eccesso nell’urina per eliminarlo dal corpo. Contemporaneamente, cellule specializzate nelle branchie lavorano come piccole pompe, espellendo attivamente il sale direttamente nell’acqua di mare.

La situazione si ribalta completamente per i pesci d’acqua dolce. I loro corpi sono più salati dell’ambiente in cui vivono, quindi l’osmosi lavora al contrario: l’acqua entra continuamente nel loro corpo attraverso pelle e branchie. Questi pesci non hanno bisogno di bere, ma devono urinare frequentemente per liberarsi dell’eccesso d’acqua.

Gli squali hanno escogitato una strategia completamente diversa. Invece di combattere contro la salinità dell’ambiente, hanno deciso di adattarvisi. I loro corpi mantengono livelli elevati di sostanze di scarto come l’urea e la trimetilammina N-ossido, che normalmente altri animali eliminerebbero. Queste sostanze rendono il corpo dello squalo leggermente più salato dell’acqua di mare.

Grazie a questo trucco evolutivo, gli squali non perdono acqua attraverso la pelle. Anzi, piccole quantità d’acqua entrano nel loro corpo attraverso le branchie per osmosi. Non devono quindi bere direttamente, anche se possiedono comunque una ghiandola del sale nel retto per eliminare eventuali eccessi.

Questo problema della disidratazione in mezzo all’acqua non riguarda solo i pesci. Alcuni uccelli marini, come gli albatros, passano la maggior parte della loro vita in mare e devono necessariamente bere acqua salata. Come gli squali, hanno sviluppato ghiandole del sale specializzate, posizionate però sulla sommità del becco, per liberarsi del sale in eccesso.

La prossima volta che osservate il mare o un acquario, ricordatevi che sotto quella superficie apparentemente tranquilla si svolge una battaglia quotidiana per l’equilibrio idrico. Ogni pesce, ogni creatura marina ha trovato il suo modo unico di risolvere uno dei problemi più fondamentali della vita: come rimanere idratati in un mondo liquido. È una dimostrazione straordinaria di come la natura riesca sempre a trovare soluzioni creative ai problemi più complessi, trasformando quello che potrebbe sembrare uno svantaggio in un’opportunità di sopravvivenza.

(Autore: Paola Peresin)
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