“Pesce d’aprile!”: tutte le storie e tradizioni legate a questa giornata

Oggi, sabato 1° aprile, tradizionalmente è la giornata legata agli scherzi (come il classico pesce di carta appeso sulla schiena della “vittima” designata) e alla classica frase “Pesce d’aprile!”: ma come è nata questa usanza e, soprattutto, è presente anche negli altri Paesi?

In realtà ci sono varie tradizioni e leggende legate a questa usanza o, comunque, non c’è una storia univoca che spieghi la nascita del cosiddetto “pesce d’aprile”.

Si narra, ad esempio, che ci siano delle similitudini con l’Hilaria, una festività dell’antica Roma che cadeva il 25 marzo: una festività in onore della dea Cibele, madre degli dei, concepita per festeggiare il lento svanire dell’oscurità dell’inverno a l’attesa della stagione luminosa.

In quell’occasione, quindi, nell’antica Roma veniva dato vita a qualsiasi forma di scherzo, gioco o mascheramento (era possibile impersonare anche profili delle alte cariche politiche).

Restando in tema di epoca classica, si parla inoltre della cosiddetta burla tra Cleopatra e Marco Antonio: quest’ultimo, per ingannare la regina d’Egitto circa le sue reali capacità di pescatore, fece attaccare di nascosto un pesce enorme all’amo.

Cleopatra, però, lo venne a sapere e fece scambiare il pesce vero con uno finto.

Le varie origini di questa giornata

Per quanto riguarda la nascita del pesce d’aprile, le teorie a riguardo sono molteplici: si narra, ad esempio, che il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350 avesse aiutato un papa dell’epoca, mentre quest’ultimo stava letteralmente soffocando a causa di una spina di pesce incastrata in gola.

Per gratitudine verso l’aiuto prestato, il papa avrebbe decretato il divieto di mangiare pesce il 1° aprile.

Tra le teorie più accreditate, c’è quella che riguarda la nascita della tradizione nella Francia del 16esimo secolo: lì, prima dell’adozione del calendario gregoriano nel 1582, in Europa c’era l’usanza di celebrare il Capodanno tra il 25 marzo e il 1° aprile, anche con lo scambio di pacchi dono.

Con la riforma di papa Gregorio XIII, la festività venne spostata al 1° gennaio, motivo per cui sarebbe poi nata la tradizione di consegnare dei pacchi dono vuoti, in corrispondenza del 1° aprile, per simboleggiare scherzosamente la festività obsoleta: all’usanza venne dato il nome di “poisson d’Avril”, ovvero “pesce d’aprile”.

Un’altra teoria, invece, si ricollega alle prime pesche primaverili del passato: spesso i pescatori, non trovando dei pesci sui fondali durante i primi giorni di aprile, tornavano in porto a mani vuote, diventando oggetto di ilarità e scherno da parte dei compaesani.

Si dice, inoltre, che il nome dell’usanza deriverebbe dal fatto che le “vittime” degli scherzi abboccherebbero alla presa in giro come fanno i pesci all’amo.

Il 1° aprile nei diversi Paesi del mondo

La tradizione del “pesce d’aprile” ricorre anche in altri Paesi del mondo, dove assume diverse sfaccettature.

In Scozia, ad esempio, si parla del “Gowk Day” (dallo scozzese “gowk”, ovvero “cuculo”), durante il quale si svolgerebbe lo scherzo di attaccare un pezzo di carta con su scritto “kick me” (ovvero “calciami”) sulla schiena della malcapitata vittima.

In Francia il “poisson d’Avril” farebbe riferimento al sole che a fine marzo lascia il segno dei Pesci per entrare in Ariete.

Nei Paesi anglosassoni si parla di “April fool’s day”, ovvero una connotazione scherzosa che richiama l’immagine del “fool”, ovvero il giullare alle corti medievali.

In Germania, c’è invece la tradizione definita “Aprilscherz”, che risale al 1530, epoca in cui gli Asburgo decisero di riformare il sistema monetario in vigore al tempo. Gran parte della popolazione attese il 1° aprile per fare fortuna alle spalle di chi non era al corrente del cambio imminente. Riforma, però, che alla fine non venne mai attuata, a danno degli investitori.

In India, il 31 marzo si celebra la festa “Huli”, simile al 1° aprile, in quanto consiste nel prendersi gioco dei propri conoscenti.

Nel territorio del Messico, invece, ricorre il 28 dicembre “El dia de los Innocentes” (“Il giorno degli innocenti”), in memoria della strage di innocenti compiuta da Erode: la tragedia viene esorcizzata con il riso e, in quella giornata, qualunque cosa venga data in prestito, non torna più indietro al legittimo proprietario. Pertanto, lo scherzo sta nel convincere amici e parenti a prestare qualcosa.

In Portogallo, sono due le giornate dedicate agli scherzi, la domenica e il lunedì prima della Quaresima, in cui ricorre l’usanza di gettare interi pacchi di farina addosso agli amici.

(Foto: Adobe – Freepik).
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