“Erano in discoteca, sono usciti verso le tre, più o meno, avevano bevuto un po’ e poi è successo quello che è successo”. A parlare è Georgiana, madre di Emanuele, uno dei giovani rimasti feriti nella violenta aggressione avvenuta nella notte lungo via Pagnaia, la strada che passa di fronte alla discoteca Playa Loca. Il gruppetto di amici era appena uscito dal locale quando è stato coinvolto nella rissa culminata in una tragedia.
Il bilancio è drammatico: Lorenzo Cristea, 20 anni, residente a Trebaseleghe (Padova), ha perso la vita. Un altro ragazzo di 22 anni, di Treviso, è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Ca’ Foncello. Altri due giovani, tra cui Emanuele, sono rimasti feriti, fortunatamente in modo non grave.
Georgiana ha saputo dell’accaduto solo questa mattina, con una telefonata ricevuta dal figlio. Insieme al compagno si è precipitata alla caserma dei Carabinieri di Castelfranco Veneto, dove i ragazzi coinvolti sono stati ascoltati dagli inquirenti. Solo dopo alcune ore ha potuto parlare con Emanuele.
“Sono usciti verso le tre, avevano bevuto un po’ – racconta – poi è successo che alcuni ragazzi hanno iniziato a provocarli, a farli arrabbiare. Gli hanno urlato: ‘Vieni qua, che adesso ti faccio vedere’”.
“Stavano per andarsene con la macchina – aggiunge – ma poi sono scesi. Mio figlio ha avuto un confronto con uno di loro, erano due ragazzi di origine marocchina. E niente, si sono messi a picchiarsi. Mio figlio ha sentito qualcosa dietro la schiena, come un pizzicotto, e si è accorto che c’era un coltello. Poi hanno visto che anche l’altro era armato. Insomma, tutti e due avevano dei coltelli”.
Uno alla volta, i genitori sono stati fatti entrare in caserma e hanno potuto parlare con i propri figli. Tra loro anche Carmine, padre di un altro giovane coinvolto, residente a Castelfranco Veneto. Suo figlio è ricoverato all’ospedale di Montebelluna, dopo essere stato ferito al bicipite sinistro durante la rissa.
“Sono tornato questa mattina e mia figlia mi ha raccontato quello che era successo – dice fuori dalla caserma – sono andato al Pronto Soccorso, ma lo stavano ancora operando. Ora torno a vedere come sta”.
All’esterno della caserma, questa mattina, si sono radunati molti giovani: visi segnati dalla stanchezza, occhiali da sole sul volto, poca voglia di parlare. La notizia si è diffusa rapidamente e in tanti si sono dati appuntamento lì: chi ha un amico coinvolto, chi un cugino, chi semplicemente conosceva qualcuno del gruppo.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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