Un migliaio circa di persone, diverse centinaia ieri sera per il rosario, hanno voluto accompagnare e ricordare nel giorno dell’addio Giuseppe Da Re “Beppino” come lo ha affettuosamente apostrofato nell’omelia l’ex parroco don Vittorino Battistella, amico di vecchia data. La piccola parrocchiale di Bibano, come era presumibile è stata insufficiente ad accogliere quanti hanno voluto partecipare
Panificatore e imprenditore, inventore de “I Bibanesi”, marchio ormai conosciuto in tutto il mondo, Da Re è mancato sabato pomeriggio all’età di 76 anni dopo una malattia incurabile. La bara è stata accolta dal picchetto d’onore degli alpini della sezione di Conegliano, presente con tutti i suoi gruppi e con il gruppo di Bibano di cui l’imprenditore faceva parte.
Una decina i concelebranti alla mesta funzione religiosa, anticipata da un ricordo del vescovo Corrado Pizziolo, e alla quale hanno partecipato molti personaggi: presenti tra gli altri il presidente della Regione Luca Zaia, suo compaesano, ma anche Cristina Piovesana presidente di Unindustria Treviso, Luciano Benetton, sportivi del calibro di Marzio Bruseghin e Gianfranco Zigoni, vecchio amico con il quale Bepi Da Re andava spesso a Milanello a portare i suoi Bibanesi alle mense del Milan.
Ovviamente anche molti sindaci, ex sindaci ed imprenditori, politici come Maurizio Paniz, l’ex europarlamentare Giancarlo Scottà con il quale Da Re condivideva la passione dell’arte, e i collaboratori della fabbrica, dei Bibanesi.
Nel suo indirizzo di saluto il vescovo Pizziolo ha sottolineato la personale partecipazione al dolore della famiglia e della comunità bibanese per la morte di Giuseppe Da Re: “La sua intraprendenza e laboriosità nella vita imprenditoriale si sono dimostrate una grande risorsa per tante persone e famiglie che grazie a lui hanno trovato un posto di lavoro. Ha saputo dimostrare altruismo e generosità in parrocchia e nella comunità di cui è stato benefattore. Dio lo renda partecipe della pace del suo regno, invoco la consolazione e speranza per i suoi famigliari”.
Nell’omelia è stata messa in evidenza anche la vena artistica di Da Re, autore del crocefisso che campeggia nella chiesa di Bibano, ”felice interpretazione della vita di quest’uomo – ha detto don Vittorino – perché ha fatto del pane occasione di vita. Ogni pagnotta, ogni “bibanese”, è un pezzo unico, come ogni uomo è un originale, e viene dall’umiltà senza formalità e pubblicità. Il senso della misura e della prudenza hanno permesso a Beppino di non perdere le sue radici, amando la comunità e sentirsi debitore con chi gli ha permesso di fare fortuna dando lavoro”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
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