Isoplam di Maser in crescita in oltre 80 Paesi. La ceo Francesca Martignago: “Crediamo nell’internazionalizzazione”

Con i presupposti del biennio 2020-21, alcune realtà abituate a lavorare con i mercati internazionali hanno ridimensionato il magazzino e le proprie reti commerciali, altre hanno interpretato il periodo come un’opportunità: la Isoplam di Maser (Coste), che si occupa di rivestimenti in cemento-resina, è tra queste ultime.

L’evoluzione dell’azienda, focalizzata negli anni ’80 sul mercato delle commodity e ora invece sulla customizzazione, racconta come la volontà di farsi notare, anche per una realtà di Maser, riesca a raggiungere clienti in ben 80 Paesi e un regime d’affari notevole.

Francesca Martignago, Ceo dell’azienda, racconta il suo punto di vista sul futuro dell’azienda, che vanta tra le altre cose la caratteristica di contare una prevalenza di dipendenti femminili in un mondo che da sempre è prettamente maschile.

Noi siamo un’azienda veneta e lo siamo dal 1979. Dopo qualche anno di attività abbiamo iniziato a guardarci attorno e abbiamo cercato dei partner internazionali, allestendo degli showroom con prodotti differenti. In particolare, ne abbiamo una quindicina tra Giappone e Corea, da poco siamo sbarcati negli Stati Uniti e in Canada, che sono mercati un po’ più difficili, mentre ci dà grande soddisfazione il Nord Europa, con la Danimarca, la Svezia e la Finlandia che pensano ai nostri prodotti nei termini del design italiano. Questo viene molto apprezzato dai clienti, che spesso vengono a visitare l’azienda e lo showroom qui a Maser: noi crediamo ancora molto nelle interazioni, nell’internazionalizzazione e vogliamo continuare a viaggiare per farci riconoscere.

Proprio con l’obiettivo di distinguervi, nei precedenti comunicati stampa avete detto di puntare sulla personalizzazione: il cliente è disposto ancora a pagare il prezzo di questo servizio?

Negli ultimi anni i clienti ci hanno richiesto sempre più prodotti destinati al residenziale, così ci siamo spostati su un’altra fascia di mercato: interagiamo con i designer, che ci portano un campione e mettono alla prova la nostra creatività. Il nostro ampio laboratorio elabora i progetti e realizza qualcosa di unico. Questo ci dà grande soddisfazione: è un’esigenza che molte multinazionali non riescono ad accontentare. Penso che questa possa essere la strada giusta, sicuramente anche la più impegnativa.

Parlando di sostenibilità, a livello locale e ambientale, a che punto siete?

L’80% delle nostre materie prime provengono da fornitori italiani: questo per rafforzare il valore del made in Italy, così come anche le nostre risorse interne e i collaboratori, che sono spesso del territorio. Per quanto riguarda il packaging, i sacchi hanno il marchio Fsc ad alta riciclabilità, i secchi e i vasi in plastica hanno l’80% della fabbrica riciclata. Sono piccole accortezze per cercare di ridurre i consumi.

Voi siete un’azienda che ha una maggioranza di dipendenti donne: com’è lavorare in un mondo che da sempre è caratterizzato da una prevalenza maschile? State ancora assumendo?

Da noi sia la parte commerciale sia la parte tecnica sono prettamente formate da personale femminile. In Italia è qualcosa di raro, ma nel mondo molte donne ricoprono anche i ruoli più tecnici, come l’applicatore delle resine e i designer. Abbiamo avuto applicatrici anche dal Giappone, dalla Cina e dalla Germania. E sì, noi stiamo ancora assumendo: cerchiamo personale che si appassioni a questo mondo, che è molto impegnativo, molto tecnico, ma dà molti spunti di crescita. Facciamo mensilmente dei corsi di formazione: personalmente prevedo che nei prossimi vent’anni ci sarà lavoro in questo settore.

Cosa rende incerti i giovani nell’intraprendere una strada come questa, secondo voi?

Secondo me c’è un discorso di formazione scolastica: escono dalle superiori e non sanno che università fare. Non c’è una percezione sul futuro. Io avevo le idee chiare su che cosa volessi fare da grande e, anche se alla fine non ho fatto la poliziotta, la determinazione mi ha aiutato. Nel nostro caso non cerchiamo laureati, è la pratica quella che conta. In campo cementizio-resine, c’è una parte fisica, di sforzo, ma anche mentale. Gestire un cantiere e fare i conteggi non è una cosa semplice, ci sono ore di formazione. Mancano dei leader: vedo giovani che cercano le otto ore in ufficio, costanti, regolari, ripetitive. Per crescere invece capita che arrivi qualche telefonata fuori orario: è anche lì che si fa la differenza.

La Isoplam avrà anche un debutto al Salone del Mobile di Milano 2022, dove creerà uno stand personalizzato per l’azienda Borzalino, che fabbrica divani. Oltre a questo – senza anticipare altro – Francesca Martignago conclude dicendo che l’azienda ha grandi piani di sviluppo per il prossimo biennio.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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