Dai due camion di nonno Attilio a mille trasporti al giorno: per Codognotto Group una crescita senza confini con le radici ben salde nella Marca

Matteo Codognotto nel piazzale del quartier generale dell’azienda a Salgareda

Una realtà solida e conosciuta che oggi può vantare un fatturato di oltre 400 milioni di euro, una presenza diretta in 17 Paesi e una rete capillare di partner in tutto il mondo.

Chissà come sarà fiero, da lassù, nonno Attilio, che nel 1946 diede il via, acquistando due camion, all’epopea di Codognotto Group, gigante dei trasporti e della logistica con radici ben salde nella Marca trevigiana, più precisamente a Salgareda. Il suo quartier generale sorge parallelo alla trafficatissima autostrada A4, una delle tante arterie di grande comunicazione solcate quotidianamente dai mezzi aziendali, che è facile incrociare: sono un migliaio, in media, i loro viaggi quotidiani.

Qdpnews.it in visita al quartier generale di Codognotto Group – Video di Monica Ghizzo

Proprio nell’Head Quarter di via Calnuova, tra carichi e motrici ma anche tra verde, fiori, laghetti e sculture, Qdpnews.it – Quotidiano del Piave è stato accolto dal Direttore Supply Chain dell’azienda Matteo Codognotto, uno dei nipoti di nonno Attilio, insieme al quale abbiamo fatto il punto non solo sul passato, il presente e il futuro del Gruppo ma anche su quelli dell’autotrasporto, della logistica e dei lavori ad essi collegati. Ecco una sintesi dell’incontro, la cui versione integrale è disponibile nel video allegato.

Matteo Codognotto, come possiamo sintetizzare la storia della vostra azienda?

“La Codognotto nasce nel 1946 con l’attività del nonno Attilio Codognotto che acquista due camion  e si dedica al trasporto di merce sul territorio nazionale allo scopo di sostenere la ricostruzione del Paese nell’immediato dopoguerra. Nel 1975, l’azienda si espande e inizia l’apertura al mercato internazionale con la creazione della nuova holding F.lli Codognotto Snc.

Oggi, con circa 800 collaboratori, il gruppo rappresenta uno dei principali operatori europei di logistica e trasporti con un’offerta completa che spazia dai servizi di trasporto su gomma, via treno, ai servizi di trasporto via mare e aereo. Dalle attività di logistica integrata con oltre 130.000 mq di magazzini, fino alle attività di sdoganamento e consulenza doganale alle aziende. Dal 2005 l’azienda è fortemente impegnata anche nell’offerta di servizi intermodali, che garantiscono al cliente ridotte emissioni di CO2 e una maggiore efficienza”.

Rispetto agli esordi, com’è cambiato il mondo dei trasporti e della logistica? E come Codognotto Group ha saputo rimanere al passo con i tempi, anche dopo la crisi economica e la pandemia?

“La globalizzazione e la pandemia hanno segnato un punto di svolta importante. Da un lato la richiesta delle aziende di gestire flussi di merci su scala internazionale, coordinando operazioni transfrontaliere e rispettando normative diverse, dall’altro l’esigenza di una logistica reattiva e adattabile in grado di garantire resilienza e affidabilità alle catene di approvvigionamento nei momenti di crisi.

Per differenziarci dai competitor in questo nuovo contesto geoeconomico, Codognotto ha scelto di investire in tre pilastri: tecnologia, innovazione e promozione ecologica”.

Quali sono le prospettive dell’autotrasporto e della logistica in un mondo sempre più digitalizzato? Quali le sfide che aziende come la vostra sono chiamate ad affrontare?

“In un mondo sempre più digitalizzato, una delle sfide più rilevanti è l’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nel nostro settore. Si tratta di una sfida impegnativa ma anche di un’enorme opportunità, se riusciremo a sfruttare al meglio le potenzialità offerte dall’AI.

L’intelligenza artificiale potrà supportarci in molte aree, come nell’ottimizzare l’utilizzo degli asset e nella pianificazione dei terzi; nell’eliminare attività ripetitive degli operativi a vantaggio di una maggiore flessibilità e rapidità di risposta; nel migliorare le comunicazioni tra cliente e fornitore grazie a sistemi automatizzati simil chatbot, con capacità operative sul processo.

Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, i combustibili alternativi, in particolare l’idrogeno, avranno un ruolo centrale. Anche i veicoli a guida autonoma, integrati con ecosistemi di mobilità assistita e smart cities, giocheranno un ruolo chiave. In una prima fase, vedremo probabilmente l’adozione del platooning, ovvero convogli di veicoli semi-autonomi coordinati tra loro”.

Il mestiere di camionista, oggi, è appetito dai giovani? Cosa propone la vostra azienda a chi volesse intraprendere questa professione?

“Di sicuro non è un mestiere appetibile e appetito dai giovani. Noi stiamo lavorando per fare innamorare i giovani di questo settore, non solo la guida di un camion ma anche la gestione dei trasporti. Stiamo investendo sempre più sul trasporto intermodale, una modalità di trasporto che combina tratte più lunghe via treno e tratte più brevi via gomma, assicurando al nostro personale viaggiante il rientro a casa ogni sera”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata)
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