Pieve di Soligo, la maggioranza respinge la mozione del gruppo consiliare Lega-Liga veneta: perplessità sull’installazione di defibrillatori all’aperto

È stata respinta dal consiglio comunale di Pieve di Soligo la mozione presentata dal gruppo consiliare Lega-Liga veneta, sottoscritta dal consigliere comunale Andrea Ros, sulla creazione di uno o più punti Pad, accesso pubblico alla defibrillazione, in città.

L’argomento si collega a un triste fatto avvenuto lo scorso giovedì 2 settembre: il decesso per un arresto cardiaco del 74enne Franco Corso mentre si trovava con gli amici all’Osteria “Al Portego” di piazza Caduti nei Lager a Pieve di Soligo (vedi l’articolo).

Ad oggi l’amministrazione comunale di Pieve di Soligo non ha in programma la creazione di una o più punti Pad – ha affermato Ros in consiglio comunale – La rianimazione precoce e l’uso immediato del defibrillatore incidono per almeno il 90% sulle possibilità di sopravvivere: la rianimazione precoce non solo migliora la sopravvivenza ma diminuisce di molto la probabilità che la vittima di arresto cardiaco soffra danni celebrali da mancanza di ossigeno”.

“I defibrillatori di ultima generazione (Dae) – ha aggiunto -, oltre ad essere semplici da utilizzare, sono in grado di interpretare l’Ecg della vittima dando così la garanzia di defibrillare solo se necessario”.

La richiesta della minoranza era quella di avviare un progetto di defibrillazione pubblica con la collocazione di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico sul territorio comunale, al fine di rendere la città “cardio-protetta”.

Per questo è indispensabile individuare nel territorio comunale, comprendendo anche le frazioni, i possibili punti nei quali collocare gli apparecchi e diffondere la presenza dei dispositivi e le conoscenze di tali pratiche ai cittadini attivando, anche grazie all’aiuto di volontari e associazioni, dei corsi gratuiti BLS-D e organizzando delle serate informative sul tema coinvolgendo la Protezione civile, Esam Onlus e la Croce Rossa (che potrebbero occuparsi anche del controllo e della manutenzione dei dispositivi).

“Esistono delle perplessità che ci hanno portato a non aver attivato ancora questa strumentazione all’aria aperta – ha affermato il sindaco Stefano Soldan in consiglio comunale – Diventa pressoché impossibile riuscire a garantire la piena fruibilità e il funzionamento di questi strumenti che, trovandosi proprio all’aria aperta e per la loro delicatezza, possono subire atti vandalici o avere dei malfunzionamenti che difficilmente possono essere controllati rispetto invece alla loro presenza all’interno degli edifici pubblici”.

“Sicuramente la proposta che viene da voi e la disponibilità da parte del dottor Alessandro Zorzi (che si è reso disponibile per tenere degli incontri con la cittadinanza sul tema) – ha continuato il sindaco – di sensibilizzare e formare su questi temi la accogliamo e ci impegneremo in questa direzione facendolo assieme. La formazione e la sensibilizzazione sono certamente degli elementi importanti”.

“Rimane di fondo una nostra perplessità – ha concluso -, se non si è formati e preparati anche su come si possano utilizzare questi strumenti in caso di emergenza. Una persona, magari pensando di far del bene, può utilizzare questa strumentazione in malo modo o portare a degli effetti che non sono ovviamente quelli che ci si aspetta. Per cui sull’installazione in luoghi aperti, per le motivazioni che ho detto, noi saremmo contrari a questo tipo di attività”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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