“L’uomo in guerra con l’ambiente. Il caso Nordest” è la traccia data agli studenti delle ultime classi dei licei del Veneto, per realizzare l’articolo con cui potranno concorrere all’edizione 2022 del “Premio Giorgio Lago Juniores – Nuovi talenti del giornalismo“.
L’iniziativa, organizzata dall’Associazione “Amici di Giorgio Lago”, sottolinea l’attualità del pensiero del giornalista veneto, direttore de Il Gazzettino ed editorialista dei quotidiani dell’area Nordest del Gruppo L’Espresso, scomparso il 13 marzo 2005. Lago aveva una particolare attenzione per i giovani, per il futuro del giornalismo e per la cultura.
Il concorso vuole perpetuare questa sua vocazione, stimolando le nuove generazioni a riflettere sulle tematiche di grande attualità utilizzando il linguaggio del giornalismo. All’edizione del 2021 sul tema giovani e cultura avevano partecipato 26 elaborati, inviati da studenti di 14 istituti superiori di tutte le sette province venete.
I liceali dovranno scrivere un testo di tremila battute al massimo, dimostrando di saper usare le fonti in senso critico e di possedere le doti di un buon giornalista: capacità di sintesi, completezza dell’informazione, comunicazione efficace. Gli elaborati dovranno essere inviati alla segreteria del premio, all’indirizzo info@premiogiorgiolago.it, entro il 31 marzo 2022. La cerimonia di premiazione si svolgerà nel maggio dello stesso anno nel Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso. Ai primi tre classificati saranno assegnate delle borse di studio da utilizzate per sostenere il percorso universitario. Durante la cerimonia si svolgerà una conversazione tra l’editorialista Francesco Jori e lo scrittore Paolo Malaguti, finalista al Campiello 2021 con il romanzo “Se l’acqua ride“.
Nella compagine dei sostenitori del premio c’è il Comune di Treviso, che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione a cui hanno partecipato Lavinia Colonna Preti e Alessandro Manera, assessori rispettivamente alla Cultura e all’Ambiente, Francesco Chiavacci Lago, segretario dell’Associazione “Amici di Giorgio Lago” e Marco Almagisti dell’Università di Padova, coordinatore dell’Osservatorio Democrazia a Nordest e del Centro Studi Regionali Giorgio Lago. Gli altri partner dell’iniziativa sono la Regione Veneto, il Ministero dell’Istruzione e della ricerca universitaria, l’Ordine dei giornalisti del Veneto e la Banca Prealpi SanBiagio.
Il tema scelto si connette con l’emergenza ambientale che sta sempre più occupando il dibattito sociale e politico. “Alla luce delle nuove esigenze di gestione del territorio emerse durante la pandemia e delle prospettive determinate dall’agenda 2030 e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il nuovo bando chiede di affrontare il tema dell’uomo in guerra con l’ambiente nel territorio del Nordest”, ha detto Chiavacci Lago, “Un tema molto caro a mio padre, che ha visto il Veneto trasformarsi da poverissima terra rurale in una delle regioni protagoniste dello sviluppo economico ed industriale. Un boom devastante a livello ambientale. Mio padre, che lavorò per tanti anni a Venezia, scrisse molto su questo argomento, sulla questione del Mose e sull’inquinamento di Marghera. Anche Bepi Covre, che purtroppo ci ha lasciato da poco, come parlamentare e sindaco di Oderzo portò avanti tante battaglie contro il fenomeno “capannone selvaggio” tanto diffuso nel suo territorio“.
Alle giovani “penne” sono offerte due tracce da cui partire per svolgere il loro pensiero sulla guerra ambientale contemporanea. Si tratta di articoli a firma di Giorgio Lago. Il primo risale al 12 gennaio del 2005, l’ultimo che scrisse poiché sarebbe deceduto dopo due mesi. Parla del terribile tsunami che colpì l’Indonesia, l’India e altri paesi dell’Oceano Indiano e dell’Africa il 26 dicembre 2004. Lago riflette sul fatto che gli uomini sono “niente, zero, ospiti provvisori, fuscelli, un soffio di Superuomo, ridicolizzato dallo tsunami di turno”.
Il secondo scritto risale al 1988, ed è la prefazione al libro “La flora nella Bibbia secondo don Paolo Chiavacci”. “E’ un pezzo particolare, in cui lui parla della visione naturalistica e profetica di mio zio, don Paolo Chiavacci, che già negli anni ’60 e ’70 aveva affrontato questioni ambientalistiche e aveva fondato a Crespano del Grappa il Centro di spiritualità e cultura che porta il suo nome”, ha sottolineato Francesco Chiavacci Lago, “Mio zio aveva un pensiero moderno che metteva in connessione natura, Creato e scienza, una visione che poi avrebbe sposato anche la Chiesa. E’ morto nel 1982, nel 2022 saranno celebrati i 40 anni dalla scomparsa. Vorrei ricordare che alla fine degli anni ’70 avviò la campagna di attenzione verso il Monte Grappa, che ha portato al suo recente inserimento tra le Riserve della Biosfera Mab Unesco”.
(Foto: Premio Giorgio Lago Juniores).
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