Il “must have” degli ultimi mesi è la borraccia, per portare con sé l’acqua del sindaco ed evitare di bere dalle bottigliette di plastica usa e getta, che subito dopo l’uso diventano rifiuti. Una scelta amica dell’ambiente che probabilmente in futuro diventerà sempre più un’abitudine diffusa tra adulti e bambini. Bisogna però prestare particolare attenzione alla corretta pulizia di questi contenitori.
Pulizia
Nella borraccia non adeguatamente lavata c’è il rischio che proliferino muffe e batteri: per evitarlo basta una quotidiana pulizia del contenitore e del tappo usando uno scovolino e del detersivo per piatti; se la si usa anche per contenere tè, tisane o succhi, va pulita subito dopo l’uso. Per eliminare eventuali odori il rimedio più efficace è quello di versare nella borraccia dell’acqua calda e un cucchiaino di bicarbonato o in alternativa un paio di cucchiai di aceto di vino, lasciando riposare la soluzione per circa una decina di ore e agitandola di tanto in tanto; trascorso il tempo si sciacqua con acqua fresca corrente. Si può anche togliere il tappo e lavare in lavastoviglie, purché sulle istruzioni sia riportato questo tipo di lavaggio.
Segnaliamo che in commercio esistono diversi accessori e soluzioni creative per la manutenzione della borraccia, ad esempio dei kit di scovolini ad hoc, capaci di pulire bene il fondo e le pareti interne.
Piccoli nemici
L’umidità e il calore favoriscono la crescita di micro funghi e alghe, per questo a fine giornata bisogna sempre svuotare la borraccia, pulirla e lasciarla asciugare a testa in giù. Se si dimentica di pulirla per qualche giorno, potrebbero iniziare a comparire tracce di incrostazioni scure, ovvero funghi e alghe, che se ingeriti in alte quantità possono provocare malesseri.
Tra l’altro, il rischio di contaminazioni batteriche aumenta se si versano nella borraccia anche bevande zuccherate e non si provvede al risciacquo: gli zuccheri sono dei nutrienti per i batteri.
Indicativi sono i risultati di un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Excercise Physiology Online: dall’analisi dei campioni di 30 borracce usate dai proprietari che si allenavano in palestra, è emersa una contaminazione da stafilococchi o E-coli per l’83% dei contenitori. Infatti, se non viene chiusa bene, basta il contatto di bocca o mani sporche per agevolare i germi nella contaminazione della borraccia.
Borraccia migliore
È meglio puntare su una tipologia di borraccia con la bocca più larga sia per controllare visivamente l’interno sia per facilitare le operazioni di pulizia.
In commercio si trovano di diverso materiale, peso e dimensioni, lavabili o meno in lavastoviglie, con o senza isolamento termico.
Al momento dell’acquisto è bene fare una valutazione a tutto tondo a partire dal peso, considerando che si porterà sempre con sé in bici, in mano, nello zaino, sui mezzi pubblici, in ufficio, in vacanza e così via. La leggerezza dipende dalla capacità di capienza (mezzo litro, 750 ml, 1 litro, 1 litro e mezzo) e dal materiale in cui è realizzata. I materiali più pesanti sono l’acciaio, il vetro e la ceramica, invece, plastica, alluminio, silicone e bambù sono più leggeri. In tutti i casi sull’etichetta deve essere riportata la dicitura “per uso alimentare”.
Tra i criteri di scelta da considerare c’è anche la chiusura più adatta alle proprie esigenze. Le borracce con chiusura a vite si chiudono bene grazie ad un anello in silicone, che però nel tempo tende a usurarsi; le borracce apri e chiudi (con beccuccio pull&push, a baionetta, meccanico, a scatto) sono pratiche durante la bevuta perché basta sollevare solo una parte della chiusura. A influenzare l’acquisto spicca poi l’utilizzo previsto e quindi lo stile di vita del proprietario.
I vantaggi ambientali
È curioso l’utilizzo delle borracce: erano popolari fino alla prima metà degli anni ’90, poi sono state sostituite dalle bottiglie usa e getta in plastica e a distanza di decenni sono tornate in auge, certo con un design più accattivante e migliori performance.
Al momento rappresentano una soluzione alternativa alle bottiglie usa e getta che, stando a un recente report di Legambiente, in Italia ammontano a circa 8 miliardi l’anno. Non a caso il Belpaese, in Europa, è primo consumatore di acqua imbottigliata.
Usando una borraccia, riutilizzabile migliaia di volte, si contribuisce a ridurre il consumo di plastica.
Autore: Anna Simone