Ci è capitato spesso nella vita: la sensazione netta di avere di fronte persone che, in un colloquio in presenza o in un contatto telefonico, avevano voglia semplicemente di affermare se stesse, di non prestare attenzione, di amare soltanto la propria voce, e le cose collegate.
In sostanza, non sapevano ascoltare, esprimendo una cattiva abitudine assai diffusa al nostro tempo, di cui tanti avvertono i limiti, gli effetti negativi, le conseguenze assai poco felici. Perché non piace a nessuno essere considerati di poco “appeal”, poco interessanti, poco degni di considerazione, e in qualche modo sovrastati in una conversazione da qualcuno che parla a non finire, e rende l’idea concreta di amare soltanto l’audizione di se stesso.
Certo, qualche volta il soggetto in questione si interrompe, e si concede una pausa interpretabile come una qualche forma di ascolto della persona che si trova davanti, un’espressione di docilità rispetto al tentativo di dialogo. In verità, tutto questo si traduce in una concessione del tutto momentanea allo spirito dell’educazione, per non sembrare proprio esagerati nella cattiva pratica.
E poi si riprende come in precedenza, senza alcuna pausa di silenzio, senza cenni alla possibilità di tenere conto delle timide parole altrui, addirittura con l’antipatica prassi di sovrapporre i propri discorsi a quelli dell’altra persona, quasi con la volontà di ribadire l’importanza assolutamente prioritaria e prevalente delle proprie considerazioni, a scapito di quelle del proprio (rassegnato) interlocutore.
Così va la vita, salvo poi lamentarsi in tanti di come sia difficile trovare oggi qualcuno, nelle varie situazioni dell’esistenza, che sia capace veramente di rispettare, dialogare, ascoltare gli altri. Perché ascoltare non significa solo sentire le parole dell’altro e comprenderle. Non si riduce alla logica che analizza e comprende.
L’ascolto implica riconoscere e accettare l’altro come persona. Significa dare valore e riconoscere la dignità dell’altro. È la base di ogni vero rapporto interpersonale. Ascoltare significa comprendere anche le emozioni dell’altro e ciò che non viene detto. Saper ascoltare veramente, genera fiducia e accoglienza reciproca.
Certo, la capacità di ascoltare, viene utilizzata anche in rapporti meno profondi e impegnativi come ad esempio negli affari. Il saper ascoltare si rivela utile infatti anche a livello aziendale, ad esempio nella gestione dei collaboratori, per comprendere le necessità e desideri dei propri clienti, oppure per conoscere meglio i concorrenti.
Il saper ascoltare è infatti una competenza che viene sempre più richiesta nel mondo del lavoro. A differenza di ciò che verrebbe spontaneo pensare, l’ascolto non è sinonimo di passività. Non è facile ascoltare veramente l’altro. È un’arte che si impara con la pratica e il tempo. Come si può quindi procedere per ascoltare veramente?
È necessario fare silenzio, osservare attentamente e adottare un ascolto attivo. Saper ascoltare gli altri presuppone fare silenzio. La prima cosa da fare per poter ascoltare è quindi fare silenzio e non parlare. Questo però non basta. Oltre che silenzio esterno, c’è bisogno anche del silenzio interno. Il primo passo è quello di mettere pace nei nostri pensieri. Potrai portare avanti il tuo discorso, la tua posizione e il tuo punto di vista in un secondo tempo.
Ora devi ascoltare con tutto te stesso: occhi, orecchie, postura del corpo. Con il tuo atteggiamento devi rendere chiaro all’altro che lo stai ascoltando. Per ascoltare devi adottare un approccio empatico e dimostrare un sincero interesse. Saper ascoltare gli altri significa anche osservare. La comunicazione non verbale è costituita da parecchi elementi tra cui la voce – il tono, il ritmo, il volume, l’accento -, la postura, la gestualità, la distanza mantenuta dall’interlocutore, l’abbigliamento, gli oggetti posseduti e altro ancora. Osservando attentamente, puoi scoprire molte cose sulla persona che ti permettono di arrivare ad una comprensione più profonda di quanto ti sta dicendo.
Quello che viene comunicato in modo non verbale, è ciò che permette di valutare e comprendere correttamente le parole dette. L’ascolto non è solo stare in silenzio. Non è nemmeno solo stare in silenzio dimostrando interesse e empatia. L’ascolto deve essere attivo. Significa ripetere un concetto con le tue parole per avere conferma di avere capito bene. Significa anche fare domande per chiarire meglio che cosa l’altro intenda dire.
Insomma l’ascolto è una attività in piena regola, che richiede competenza e impegno. Il tutto senza esprimere giudizi. Un giudizio negativo può infatti inibire l’interlocutore e impedire che si esprima fino in fondo. Solo alla fine puoi dire la tua sull’argomento. Anche esprimendo un dissenso. Sempre rispettando però la posizione dell’altro, altrimenti la persona non si fiderà più di te.
La comunicazione tra due persone, per essere veramente efficace, non può essere solo un insieme di monologhi, dove ciascuno cerca di sovrastare l’altro con le proprie ragioni. Senza ascolto vero, non ci può nemmeno essere una comunicazione vera. Il primo passo da fare è di essere consapevoli di tutto ciò che può essere di ostacolo all’ascolto.
Proprio dalla incapacità di saper ascoltare gli altri adeguatamente, derivano tanti problemi di coppia o tra genitori e figli. L’ascolto vero, spontaneo e quotidiano in famiglia, aiuta la stima e la conoscenza reciproca, permettendo di evitare molti errori nell’educazione dei figli. Saper ascoltare veramente avvantaggia tutti, chi ascolta, l’interlocutore e tutta la comunicazione reciproca. Chi è ascoltato, può soddisfare il suo bisogno di essere ascoltato. Ha di fronte una persona con un orecchio attento e empatico che gli permette di sfogarsi, o comunque di esprimere il suo pensiero. È al centro dell’attenzione, è accettato e accolto.
Talvolta può ricevere anche un aiuto concreto nella risoluzione di qualche problema, anche se non è questo in genere l’obiettivo primario. Ascoltare un’altra persona può inoltre dar luogo a un arricchimento di competenze e conoscenze che possono essere messe a frutto in altre occasioni. Il solo ascoltare veramente una persona, ti permette di renderla felice, di aiutarla e di rinsaldare il rapporto. Infine, se ascolti sul serio una persona, è probabile che a suo tempo saprà renderti il favore.
Tutti noi infatti abbiamo bisogno di essere ascoltati, anche se saper ascoltare non è saper risolvere i problemi. Le persone che sono in grado di ascoltare veramente sono una rarità. Il più delle volte chi parla molto, ascolta poco. Inoltre chi non sa ascoltare è spesso convinto di sapere ascoltare benissimo. Una categoria di persone che sa ascoltare, è chi ama veramente.
Se tu ami una persona e vuoi veramente il suo bene, è in genere più facile mettere da parte il tuo ego e ascoltarla. In definitiva, ascoltare implica rinunciare momentaneamente ad esprimersi, e questo è certo un sacrificio. Ci sono però anche molti vantaggi, come dimostra l’importanza crescente data all’arte dell’ascolto anche in ambito lavorativo.
Senza ascolto qualsiasi comunicazione sarebbe solo un inutile monologo. Senza la capacità di ascoltare non è possibile comprendere l’altro e risolvere o evitare i conflitti. Anche amare veramente l’altro presuppone l’ascolto. Il saper ascoltare gli altri è fondamentale in qualsiasi relazione interpersonale o sociale. A partire dal rapporto con le persone a noi care fino alla relazione con clienti o concorrenti, il mondo non può proprio fare a meno delle persone che sanno ascoltare.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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