Bimbi in moschea, Zaia: “Oltrepassato il limite”

“Vi immaginate se una maestra cattolica avesse costretto dei bambini musulmani a pregare in una chiesa cristiana? Sarebbe scoppiato uno scandalo, e giustamente: nessuno deve essere obbligato a pregare un Dio diverso dal proprio”. Usa parole dure il presidente della Regione Luca Zaia per commentare quanto accaduto nei giorni scorsi nella moschea di Susegana.

“Quello che è accaduto ha oltrepassato ogni limite – ha aggiunto Zaia sui social, dove ha pubblicato anche la sua intervista al Giornale –. Parto da un dato: solo il 16% della popolazione mondiale si dichiara atea, il che significa che l’84% crede in qualcosa”.

“Il dialogo interconfessionale è utile – prosegue il governatore –. Serve a costruire una rete di pace, di rispetto e di comprensione reciproca”. Ciò che ha indignato maggiormente Zaia sono state le immagini dei bambini inginocchiati nella moschea: “Visitare una moschea ci può stare – conclude –, ma dalle foto che ho visto mi pare che li abbiano fatti inginocchiare a terra, rivolti verso la Mecca, mimando una preghiera e ascoltando i discorsi dell’imam”.

Alla domanda della giornalista se si sia passato il limite, Zaia risponde: “Sì, per tre motivi. Primo: va rispettata la fede religiosa di chiunque. Immagino che molti di quei bambini provengano da famiglie cattoliche, e si è mancato loro di rispetto. Secondo: non si è rispettato l’aspetto identitario. Anche chi si dichiara ateo ha comunque radici cristiane che non possono essere violate o cancellate. Terzo: la reciprocità. Sappiamo benissimo che ci sono bambini musulmani che escono dalla classe durante l’ora di religione, ed è giusto così. Ma immaginiamo cosa accadrebbe se un’insegnante cattolica costringesse bambini musulmani a pregare in una chiesa cristiana?”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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