Togliere l’alcol dal vino e aggiungere acqua? Coldiretti Veneto risponde di no all’ultima trovata di Bruxelles per il settore enologico già sotto attacco con la proposta di introdurre etichette allarmistiche per migliorare la salute dei cittadini europei.
“Meglio sarebbe – sostiene Coldiretti Veneto – che l’Unione Europea lavorasse per un programma di ulteriore qualificazione del vino, che la riaffermi a livello globale, come la culla della cultura del vino e l’Italia come il territorio che esprime la migliore espressione qualitativa, con una biodiversità che va difesa e non annacquata“.
La proposta in sede del consiglio dei ministri prevede di autorizzare l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine.
“Con 14 docg, 29 Doc e 10 Igt il Veneto . sostiene Coldiretti – è la regione ai vertici nazionali per produzione (10mln di ettolitri) ed export (2,2 mild) e per gli effetti dell’emergenza sanitaria, il settore deve affrontare uno scenario molto difficile”.
“In questo modo viene permesso ancora di chiamare vino, un prodotto – sottolinea Coldiretti – in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo. Un inganno legalizzato per i consumatori che si ritrovano a pagare l’acqua come il vino“.
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini sottolinea l’impegno per fermare una deriva pericolosa che rischia di compromettere la principale voce dell’export agroalimentare nazionale che complessivamente sviluppa un fatturato di oltre 11 miliardi in Italia e all’estero.
La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli inganni autorizzati dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.
Ma Bruxelles ha dato anche il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva.
La preoccupante novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero che raggiunge il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat a gennaio con l’Italia è il principale esportatore mondiale di vino.
L’Italia – conclude Coldiretti – si conferma comunque primo produttore mondiale con 49,1 milioni di ettolitri ed anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8.
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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