Ok al bilancio di previsione della Regione: 10 miliardi alla sanità. Zaia: “Liste d’attesa dimezzate, non si trovano medici”

Il presidente della Regione Luca Zaia
Il presidente della Regione Luca Zaia

Il periodo di Ferragosto è sinonimo di bilanci per la regione del Veneto. Questa mattina la giunta Zaia si è riunita per l’approvazione di quello di previsione per il triennio 2024-2026, anno in cui non solo il veneto ospiterà le Olimpiadi invernali ma che vedrà anche la fine di questo mandato e, cambiamenti legislativi a parte (probabili ma non ancora certi), anche dell’era Zaiana

“Ancora una volta rispettiamo la parola data ai veneti – spiega durante il punto stampa il governatore – è dal 2010 che non prendiamo soldi dalle tasche dei nostri cittadini”. 

In questi anni, infatti, l’amministrazione regionale si è ritrovata di fronte a due possibilità, come spiegato dallo stesso Zaia “o tassare i veneti e poi ridistribuire questi soldi o lasciarglieli direttamente in tasca. Noi abbiamo scelto la seconda opzione e siamo l’unica regione italiana a farlo”. 

“Abbiamo varato i documenti del bilancio di previsione 2024-2026 e i disegni di legge della Stabilità e del Collegato – commenta l’assessore al Bilancio e alla Programmazione della Regione del Veneto, Francesco Calzavara – ben in anticipo rispetto alle tempistiche generali, così da scongiurare qualsiasi esercizio o gestione provvisoria e consentire all’intero sistema regionale, di poter disporre fin dal primo gennaio 2024 delle necessarie coperture finanziarie per procedere con le attività e gli investimenti a favore di cittadinied imprese”.

Parla di un bilancio “solido” Luca Zaia e che “guarda al futuro con positività. In caso di qualche difficoltà di qualche azienda (dovuta magati alla sempre crescente inflazione ndr) noi ci saremo“.

Sicuramente in questo periodo storico così anomalo se l’economia veneta ha retto maggiormente rispetto ad altre lo si deve anche al modello delle piccole e medie imprese che come ricordato dallo stesso governatore “sono circa il 15% del totale. Questo sistema garantisce flessibilità e capacità di adeguarsi ai cambiamenti del mercato“. 

In un bilancio da oltre 18 miliardi una decina sono stati destinati alla sanità “non voglio sentir dire che tagliamo da questo settore a favore di altri – aggiunge Zaia – in quanto è un bilancio a livello nazionale“.

La manovra segue in ordine cronologico l’assestamento di bilancio 2023 e la certificazione della parifica del Rendiconto 2022 da parte della Corte dei conti. “Questo è un bilancio che ci porterà a fine legislatura e introduce delle novità nella marginalità riservata ai singoli assessorati che pesa 75 milioni di euro – specifica Calzavara -. Tra le più rilevanti l’aumento della quota del dissesto idrogeologico per la messa in sicurezza dei territori, lo stanziamento di 13,5 milioni per gli emoderivati, il finanziamento dei programmi europei che troverà nel 2024 piena attuazione passando dai precedenti 60 milioni agli attuali 129. Infine la partita della Pedemontana, infrastruttura dalla quale abbiamo preventivato entrate da pedaggi pari a 219 milioni che si sommano ai 19 milioni messi a bilancio per il pagamento del canone di disponibilità”.

Anche in Veneto come in tutte le altre regioni uno dei maggiori problemi sono sicuramente in grande numero di persone in lista d’attesa per le visite negli ospedali: “le abbiamo dimezzate in maniera abbastanza veloce – spiega Zaia – non voglio sentire nessuno che dice che questo è dovuto alla poca voglia di lavorare o alla disorganizzazione. Ci mancano 3500 medici questo è il problema”. 

Dopo il covid la regione veneto ha infatti assunto 3500 persone per lavorare nella sanità ma solamente 200 medici: “non se ne trovano” ribadisce Zaia che definisci poi “scandalosa” la legge secondo la quale un medico debba andare in pensione al raggiungimento dei 70 anni ma che possa poi continuare a lavorare nel privato. 

“Noi facciamo grandi investimenti per la loro formazione ed abbiamo grandi medici in Veneto – conclude – che poi ‘regaliamo’ ai privati che comunque rappresentano solo il 12% della nostra sanità”. 

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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