Strage di via D’Amelio. Il ricordo del giudice Paolo Borsellino a 29 anni dalla sua morte: “Non possiamo e non dobbiamo dimenticare”

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”: questa frase del giudice palermitano Paolo Borsellino è rimasta scolpita nei cuori e nelle menti di tutti gli uomini e di tutte le donne che credono ancora nella giustizia.

Oggi, a ventinove anni di distanza, si ricorda la strage mafiosa di via D’Amelio a Palermo dove hanno perso la vita il giudice palermitano Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si è recato insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre.

Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della donna, con circa 100 chilogrammi di tritolo a bordo, è esplosa uccidendo, oltre a Paolo Borsellino, anche i membri della sua scorta (L’unico sopravvissuto è Antonino Vullo).

Per la strage di via D’Amelio, il 3 luglio 2003 la Cassazione ha confermato le condanne all’ergastolo inflitte ai mandanti dell’eccidio.

In particolare, i giudici della V sezione penale hanno reso definitive le condanne per Totò Riina, Pietro Aglieri, Carlo Greco, Giuseppe Calascibetta, Giuseppe Graviano, Francesco Tagliavia, Salvatore Biondino, Cosimo Vernengo, Natale e Antonino Gambino, Giuseppe La Mattina, Lorenzo Tinnirello, Gaetano Scotto, Gaetano Murano e Gaetano Urso.

Tanti i ricordi del mondo della politica veneta e trevigiana per questo giudice che rimane un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata a livello internazionale.

“Manteniamo viva la memoria di questa tragedia attraverso le sue parole – ha commentato il presidente Luca Zaia -, affinché possano essere un monito per le nuove generazioni a non dimenticare mai quanto accaduto”.

“Oggi ricorre l’anniversario della strage di via D’Amelio – ha affermato il consigliere regionale Tommaso Razzolini – Io ricordo Paolo Borsellino, eroe nazionale caduto nella lotta contro la criminalità organizzata. Paolo vive nelle nostre menti e nel nostro cuore”.

Ventinove anni fa, meno di due mesi dopo la strage di Capaci dove persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e la scorta, un’altra strage a Palermo – si legge in un post pubblicato su Facebook dal sindaco di Susegana, Vincenza Scarpa – Non dobbiamo e non possiamo dimenticare”.

La vera sfida, a quasi 30 anni dalla morte di Borsellino, è quella di raccontare nel modo giusto la storia di questi eroi nazionali alle nuove generazioni alle quali, soprattutto nell’ultimo periodo, mancano dei modelli virtuosi ai quali ispirarsi nella loro vita.

(Foto: web).
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