Brazzo, il rapper sordo, canta in LIS con 200 bambini dell’IC Asolo: “Vorrei che la lingua dei segni si potesse imparare a scuola”

La coperta personalizzata con le impronte dei bambini

“Quando abbiamo delle difficoltà pensiamo a quelle che hai avuto tu per imparare a parlare e a cantare, così ci torna il coraggio. Per questo ti ringraziamo”. Questo uno dei tanti messaggi che i ragazzi del Plesso scolastico di Asolo, quindi delle scuole primarie di Monfumo e Castelcucco, hanno saputo trasmettere vis à vis al rapper non udente “Brazzo”, alias Francesco Brizio. Messaggi che, anche senza parole, sono comunque arrivati a destinazione fin dal primo momento: da una generazione all’altra, da una condizione fortunata a una meno fortunata, nella palestra della scuola elementare di Monfumo i ragazzi hanno ascoltato una testimonianza capace di proiettarli in un mondo silenzioso, che tende all’isolamento, ma che al contrario può trasformarsi in un contesto di solidarietà e rispetto reciproco.

Francesco Brizio “Brazzo”

L’autore tarantino, riscoperto da “Italia’s Got Talent”, è stato il graditissimo ospite di uno speciale incontro che ha commosso non soltanto lui, ma anche gli insegnanti, le rappresentanze dai Comuni coinvolti (l’assessore Sonia Rech per Monfumo e le colleghe Antonella Forner e Tatiane Fatima Foscarini per Castelcucco) e la dirigente scolastica Rosita De Bortoli. Assieme a loro c’era la traduttrice professionista Chiara Sipione, che aveva anche tradotto in LIS le rassegne giornaliere di Luca Zaia durante l’emergenza pandemica. Tra le insegnanti, Francesca Fava ha moderato l’incontro, consentendo ai ragazzi di riempire di domande il rapper. Prima però, Brazzo è stato accolto con uno dei suoi stessi versi, riprodotto dai ragazzi anche in LIS.

“Non vedevo l’ora di partecipare a quest’incontro – ha detto Brazzo, che è nato in una famiglia sorda da tre generazioni, cresciuto di conseguenza parlando il LIS e studiando assiduamente dal logopedista per arrivare a un livello di pronuncia adeguato – Il mio percorso è stato lunghissimo. Ci ho messo tanto a imparare a parlare e credo che la scuola sia una vera palestra di vita. Quando sono passato dall’essere un bambino all’essere un adulto ho dovuto darmi da fare ancor di più. All’inizio mi sentivo isolato, poi ho imparato a farmi avanti. Credo che nelle scuole la LIS dovrebbe essere considerata una materia facoltativa al pari delle altre lingue”.

Le domande dei bambini

Le domande delle classi

Successivamente i bambini e le bambine, passandosi il microfono, hanno tempestato Brazzo di domande: certo, con la loro innocente curiosità gli hanno chiesto per quale squadra tifa, quale sia il suo cibo preferito, se abbia o meno la ragazza, quanto è alto, ma c’è chi gli ha posto domande anche più profonde, che hanno dimostrato alle insegnanti una certa attenzione nei confronti di questo tema.

Eccone alcune:
Come ti sentivi da piccolo?
Mi sentivo isolato e solo. Ma poi quando ho iniziato a comunicare è andata meglio. Comunicare ci rende tutti uguali.
Quante canzoni hai scritto e perché?
Ne ho scritte dieci e voglio scriverne altre dieci.
Qual è la tua preferita?
La prima. “Sono sordo mica scemo”.
Quando nasce la tua passione per il rap? E quando hai iniziato?
L’ho sempre avuta, ma ho iniziato solo sette anni fa. Per fortuna, non è mai troppo tardi.
A scuola come ti trattavano i tuoi compagni?
Mi aiutavano in realtà. Per esempio, durante le lezioni copiavo gli appunti da un compagno.
Come possiamo fare noi udenti a farti sentire a tuo agio?
È facile: basta venirmi incontro. Salutarmi, chiedermi come va, rispettare la mia condizione.
Come fai a scrivere le canzoni? È difficile per te?
Non è sempre facile. Io le immagino come se fossero dei film, poi le traduco in testi.

“Per me è stata una scoperta: ho conosciuto l’artista tramite l’insegnante Francesca Fava, che ha proposto questo progetto. – spiega la dirigente scolastica De Bortoli – Avere a Monfumo un’artista che si esprime attraverso una forma d’arte vicina ai nostri ragazzi ci consente di creare un’esperienza davvero unica per loro, di cui sono felicissimi. Anzi: spero quest’iniziativa dia vita a un percorso che porti a coinvolgere non soltanto altre scuole, ma anche altre municipalità”.

Alla fine dell’incontro, tra fotografie con Brazzo e autografi, i ragazzi hanno regalato all’artista una coperta personalizzata dove hanno lasciato la propria impronta: un segno che Brazzo si porterà a casa, dove racconterà dell’accoglienza che ha ricevuto a Monfumo, un piccolo Comune tra i Colli Asolani.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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