A terra e in volo, il CNSAS Veneto recupera 1.333 persone nel 2022: poco meno della metà sono illesi. Selenati: “Solo il 6% si assicura”

La conferenza stampa del CNSAS
La conferenza stampa del CNSAS

La tendenza degli interventi del CNSAS in Veneto è in crescita e gran parte dei soccorsi sono rivolti a persone illese: dati su cui ragionare quelli forniti dalla presidenza ieri alla base operativa di Belluno, dove è stato descritto il bilancio del 2022, con un totale di 1.333 individui soccorsi nel corso di 1183 interventi.

Il 42,7% di questi, ovvero 569 persone, rappresenta coloro che il Soccorso alpino ha recuperato per difficoltà non legate a ferite o cadute impreviste: spesso questi casi sono legati a un problema culturale, com’è stato definito dal presidente Rodolfo Selenati, dovuti a una mancata preparazione da parte di chi si approccia alla montagna.

Alex Barattin, delegato CNSAS Dolomiti

Tutti in montagna, ma nessuno si assicura


Questo si aggiunge al fatto che soltanto il 6% di chi svolge attività outdoor risulta essere assicurato, mentre all’estero questa percentuale è capovolta. Per un territorio che, con le opportunità internazionali delle Dolomiti nel 2026, guarda con desiderio allo sviluppo turistico di montagna, diventa sempre più importante lavorare su questi fronti: dai dati raccolti si deduce anche però che il Soccorso alpino lavora con efficacia in sinergia con i distretti sanitari, con il 118 e nella configurazione S.A.R. con l’elisoccorso.

Quasi 2600 le missioni in elicottero nel 2022

Sono state 2590 le missioni complessive S.A.R. e Hems per Falco, Leone e gli altri velivoli, nelle basi di Pieve di Cadore, Treviso, Padova, Verona, con la sperimentale di Cortina che ha completato ben 103 missioni CNSAS durante l’estate.

“Inviare squadre da terra comporta stare in ambiente a lungo – ha commentato Alex Barattin, delegato CNSAS Dolomiti – mentre utilizzare l’elicottero con le tecniche attuali significa completare l’operazione esponendosi per meno tempo. È come mettere uno squalo in una piscina: il pericolo è lo squalo, ma il rischio è quanto stai immerso nella piscina”.

Trend in aumento per varie attività outdoor

L’analisi dei codici di gravità di questi interventi, con un indice dei decessi che tocca il numero 70, mostra una criticità rilevante per quanto riguarda i casi di autolesionismo, che Barattin ha definito un dato allarmante. È da considerare che il numero degli esiti mortali include anche l’evento della Marmolada, che ha messo a dura prova il Soccorso alpino. 85 le ricerche persona – che sono estremamente impegnative per i volontari – con 92 persone soccorse e 2 mai ritrovate (una di queste è Valeria Rosato di Pieve del Grappa).

In aumento anche gli interventi in pista, così come quelli che riguardano le mountain bike elettriche (5,9%) sia per ragioni che riguardano per esempio la durata della batteria, sia per problematiche più gravi. Continuano a essere un impegno importante anche i soccorsi legati all’attività del parapendio (clicca qui per leggere un approfondimento su questo tema), anche se il più comune escursionismo (49,6% di persone soccorse) spicca su tutte le altre attività di outdoor. Questi interventi hanno riguardato per l’80% gli italiani, ma anche l’estero è in crescita. Ben 32 chiamate sono state classificate come “false”.

Il dottor Giuliano Trillò, Ulss 1

Un impegno costante, in sinergia con gli altri enti di soccorso

Nelle 28 stazioni CNSAS-SASV in Veneto è stato registrato un totale di 20187 ore/uomo su 5939 uomini impiegati: uno sforzo notevole, per un’attività che ha spesso richiesto grande flessibilità non solo da parte dei circa 700 volontari del Soccorso Alpino (con 17 ore di formazione per ognuno), ma anche da parte delle loro famiglie e dai loro datori di lavoro, che il delegato Alex Barattin ha voluto ringraziare sentitamente.

Un grande supporto è stato dato anche dalla Guardia di Finanza, con la stazione di Misurina e l’unità cinofila, dall’Arpav, dai Vigili del Fuoco, da Aiut Alpin Dolomites e da Dolomiti Emergency. È stato ringraziato anche l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin.

A intervenire sono stati anche i direttori dei rispettivi dipartimenti del Suem 118: il dottor Giuliano Trillò dell’Ulss 1, il dottor Paolo Rosi dell’Ulss 2 e il dottor Andrea Spagna per l’Ulss 3. Ieri è stata lanciata anche una sfida: quella di aumentare il grado di consapevolezza nei cittadini nei confronti delle uscite in montagna, riducendo il numero degli interventi “evitabili”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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