Bonaccini: “Emilia-Romagna locomotiva d’Italia grazie all’innovazione”. Il presidente all’evento del PD

Il digitale sta rivoluzionando il mondo del lavoro: si stima che entro il 2030 un terzo degli occupati farà lavori che oggi non esistono ancora e la cifra salirà a due terzi entro il 2050.

Interrogarsi su questi cambiamenti e sui doveri della politica verso un mondo dell’occupazione che deve fare i conti, fra le altre, con l’avvento dell’Intelligenza artificiale, è stato il tema al centro della serata organizzata dal Partito Democratico di Castelfranco Veneto venerdì al centro Don Bordignon a cui hanno partecipato il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il deputato e già sindaco di Torino Piero Fassino, il segretario della Cgil di Treviso Paolino Barbiero e Gloria Spagnolo, imprenditrice digitale del Fablab.

“Investire nel capitale umano, nell’innovazione, nell’alta formazione supportando le imprese manifatturiere nell’internazionalizzazione”: questa in sintesi la ricetta per rimanere competitivi in un mondo che cambia secondo il presidente dell’Emilia Romagna, regione che in termini di crescita, anche grazie a forti investimenti in innovazione, ha scalzato Veneto e Lombardia.

Non solo Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma nella Food Valley, la Regione di Bonaccini – 62 milioni di presenze turistiche nel 2023 – sta facendo investimenti corposi in settori strategici quali la Space economy, l’intelligenza artificiale, la transizione ecologica (la grande sfida della Motor valley), big data e promette di diventare la principale Data Valley europea con un centro che fornirà le previsioni meteo a tutto il continente e dotata del supercomputer Leonardo, primo in Europa per capacità di calcolo.

I risultati di questi investimenti si toccano già con mano. “L’Emilia Romagna oggi, come l’ha definita Giorgia Meloni, è la locomotiva d’Italia- evidenzia Bonaccini – Negli ultimi nove anni nessuno è cresciuto come noi e l’export ha superato il record degli 83 miliardi di euro del 2022, il tutto nonostante l’alluvione da 9 miliardi di euro di danni. Non so se ho fiducia nell’Italia, nella mia regione sì, perchè siamo sulla traiettoria giusta” conclude.

“Diversificare le vocazioni, proprio come fece (con successo) Torino quando il modello Fiat entrò in crisi alla fine degli anni ’80” è lo spunto arrivato da Piero Fassino per cui “gli enti locali hanno un ruolo cruciale nell’orientare gli investimenti e dunque nel guidare le comunità in un momento di trasformazione sociale che traina quella urbana”.

Neanche a farlo apposta, il primo Fablab d’Italia è nato proprio a Torino e ora questa esperienza innovativa si sta diffondendo, seppur lentamente, in tutta la Penisola. Anche a Castelfranco Veneto ce n’è uno ed è quello in cui lavora Gloria Spagnolo che si confronta quotidianamente con le nuove tecnologie intelligenza artificiale in primis.

“In un Fablab lavorano ricercatori dai background più diversi, ingegneri ma anche psicologi e umanisti che hanno a disposizione apparecchiature tecnologiche, dalle stampanti 3D alle frese di precisione, che usano per sviluppare soluzioni innovative mettendo assieme competenze trasversali” spiega Spagolo.

Il laboratorio-fabbrica, da cui Fablab, nasce per supportare perlopiù le microimprese che possono affiancarsi a queste realtà per testare o creare ex novo nuovi prodotti, ma anche per familiarizzare con nuove tecnologie, il che li rende a tutti gli effetti dei tasselli di un nuovo mondo del lavoro che avanza.

“Per costruire la Castelfranco del futuro dobbiamo prima immaginarla, riflettendo sulle sfide del mondo contemporaneo che vanno oltre la dimensione locale, come la denatalità, il cambiamento climatico e le nuove tecnologie” ha sottolineato Stefano Zorzi, segretario provinciale del PD nel ringraziare Teresa Spaliviero, segretaria del circolo castellano e organizzatrice dell’evento.

(Fonte foto: Qdpnews.it)
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