Ieri pomeriggio è stato inaugurato il museo dedicato a Ottavio Bottecchia a San Martino di Colle Umberto, alla presenza di numerose autorità, di appassionati delle due ruote e cittadini collumbertesi. E benedetto dal parroco don Arnaldo Zambenedetti.
La mola, che lo ospita, è stata donata da Giovanni Salamon, come ha ricordato il figlio Guido. Quest’ultimo ha evidenziato: “Il terreno fertile che ha fatto crescere Bottecchia è stata la comunità”. Anzi la comunità in cui è vissuto Bottecchia era una famiglia allargata all’interno della quale c’era interazione diretta tra lattonieri (i Bottecchia), fabbri (i Salamon), sellaio, contadini, falegname.
Il museo vuole essere figlio della comunità e uno spazio aperto della comunità collumbertese per rendere omaggio al suo campione, due volte vincitore del giro di Francia negli anni 1924 e 1925, per rendere attuale il suo esempio alle giovani generazioni.
Questa la dichiarazione della presidente della Pro loco di Colle Umberto, Tiziana Gottardi, che riassume il senso sia del grande lavoro messo in atto dal gruppo di volontari, che della filosofia che ha animato il sodalizio per recuperare la vecchia fucina – mola che ospita l’esposizione degli oggetti e dei ricordi di Bottecchia. Un’iniziativa realizzata insieme all’amministrazione comunale, grazie alla generosità di tante persone, aziende. E fra queste anche la Banca Prealpi SanBiagio.
Fra le chicche che sono state messe a disposizione della Pro loco c’è una bicicletta appartenuta a Ottavio Bottecchia e scambiata cento anni fa (bicicletta vecchia con una nuova) con Carletto Pagotto di Pordenone.
Il figlio Antonio solo tre giorni prima dell’inaugurazione, venuto a conoscenza dell’iniziativa, ha telefonato al sindaco di Colle Umberto, Sebastiano Colletti, per prestarla al museo.
Il volto Rai Franco Bortuzzo ha annunciato che presto verrà proiettato un docufilm su Ottavio Bottecchia, quale testimonianza e stimolo per altri a cercare ancora ulteriori notizie sul campione collumbertese.
Fra i nuovi spunti che il giornalista ha citato c’è la tesi di laurea del vittoriese Giovanni Posocco. “Giovanni Posocco l’ho incontrato facendo mille ricerche. E lui – racconta Bortuzzo – cita un documento interessante, che non avevo visto in precedenza. Riguarda Franco Marinotti che è in qualche modo collegato alla morte di Ottavio Bottecchia, come avevo letto nei libri di Enrico Spitaleri. E’ un indizio in più insieme ad un altro indizio che mi ha dato Ottavio Bernardi, che è il nipote diretto di Ottavio, ora residente in Austria. Mi ha dato una informazione in più riguardante Caterina, la vedova. Sul fatto che dalla tomba di famiglia venne tolto il corpo di Giovanni Bottecchia e solo a questo punto Caterina venne sepolta lì. C’è una motivazione precisa alle spalle. Sono piccoli indizi, che messi assieme, danno corpo alle tesi che hanno sviluppato sia Spitaleri che Gregori negli ultimi libri dedicati a Ottavio Bottecchia”.
Ai primi di giugno il film verrà proiettato in anteprima a Gemona poi a Trasaghis, Colle Umberto, Pordenone, e a San Daniele. A fine giugno, quando partirà il Tour, sarà proiettato il 24 a Firenze e il 26 a Bologna e dal 27 sarà in onda su Rai Sport, canale sportivo Rai 58.
Il pronipote del grande ciclista, Domenico Bottecchia, nel suo intervento ha sottolineato che Ottavio è morto per un malore: “Era partito da solo, per un allenamento, verso il Friuli. Non stava bene. Poi, si è sentito male ed è caduto”.
Lo “sceriffo” Giancarlo Gentilini è arrivato a Colle Umberto poco prima delle 15, accolto con grande affetto da tutti i presenti: “Ottavio è un grande del popolo della razza Piave. Frequentava la nostra casa e mio padre mi raccontava questo episodio. Mio padre era uscito di strada con la sua moto. Allora chiese ad Ottavio cosa fare, per cambiare la moto. Insieme sono andati da Carnielli a Vittorio. Mio padre era determinato a acquistare una moto nuova – ha raccontato – Con la mediazione di Botteccchia ha cambiato la moto con una bicicletta. Inoltre mio padre desiderava comprare dei terreni a Colle e Bottecchia gli fece acquistare delle terre degli Scarpis. Portate nel cuore Bottecchia. Lui ha saputo essere la storia del ciclismo e io ho portato i campionati mondiali di ciclismo a Treviso. Bottecchia è al di sopra di tutti e da lassù ci benedice. Gli chiedo di mettere una mano su San Martino di Colle”.
Vincenzo Sacchet vicepresidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ha sottolineato come sia importante ricordare l’uomo e il ciclista Bottecchia e al tempo stesso ha evidenziato il fatto che il suo nome ha portato una valenza economica al territorio tramite l’omonima azienda di biciclette. “Nel 2024 – ha concluso – il Giro attraverserà nuovamente le nostre colline, è la riprova che il ciclismo ci rende veramente grandi”.
“Complimenti all’amministrazione comunale e alla Pro loco – ha dichiarato l’europarlamentare Gianantonio Da Re – che hanno realizzato questa opera straordinaria. Complimenti alla famiglia che ha donato l’immobile. Rendendo possibile la valorizzazione di una leggenda del mondo del ciclismo, un eroe. Che è stato per il nostro territorio una figura straordinaria”.
Sulla stessa sintonia Roberto Bet, intervenuto per rappresentare la Regione del Veneto. “Bottecchia è un eroe del Veneto – ha spiegato – per le sue imprese ciclistiche. Ottavio perché era l’ottavo figlio, di una famiglia numerosa. Ha fatto la Prima guerra mondiale, ha combattuto con i bersaglieri, ha avuto una vita difficilissima, di tanti sacrifici, è stato per noi un esempio. Quest’anno fra l’altro il Tour de France avrà la partenza in Italia e questa iniziativa va a valorizzare un campione che in Francia è un idolo, un punto di riferimento. Grazie a Colle e al museo dedicato a Bottecchia noi continuiamo a parlare alle giovani generazioni”.
Molte le autorità civili e militari presenti. Fra questi il sindaco di Gaiarine che ha acquistato il libro di Claudio Gregori “Il Corno di Orlando”, per donarlo alla biblioteca civica. Anche questo un bel modo per raccontare la storia del ciclista italiano che ha portato per più giorni la maglia gialla.
Il museo sarà aperto ogni prima domenica del mese, a partire da oggi, 4 febbraio, dalle ore 9.30 alle 16.30.
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it