Molto partecipato, martedì sera a Conegliano, l’incontro pubblico (nella foto) organizzato da Articolo Uno sul tema delle case popolari. Presenti molti inquilini, a dir poco preoccupati e in molti casi arrabbiati, dopo aver ricevuto le lettere con le quali l’Ater, applicando la nuova norma regionale, aumenta loro da subito l’affitto, con aumenti enormi, senza che siano chiari i criteri e il sistema di calcolo, senza una adeguata informazione preventiva, e senza che ci siano interlocutori per segnalare particolari situazioni.
Il consigliere regionale Piero Ruzzante ha ricordato come i problemi sulla nuova legge siano stati segnalati già due anni fa, quando la Regione decise la modifica della legge regionale sulle case popolari.
Si è aspettato che passassero le elezioni europee prima di mandare le lettere agli inquilini, basate su dati reddituali del 2016 e patrimoniali del 2017, e ora si vedono le conseguenze di quelle decisioni. La giusta motivazione di stanare i “furbi” che occupano le case popolari senza averne diritto in realtà non trova riscontro nell’operatività della legge. Nessun furbo è stato allontanato dall’alloggio, ma si colpiscono invece anche gli inquilini più in difficoltà.
“Non è aumentando i canoni d’affitto dei più deboli che si individua chi fa il furbo e gode di un beneficio senza un reale bisogno e quindi senza averne diritto – ha sostenuto Ruzzante – questo lo deve fare Ater tramite opportuni controlli e verifiche. Invece con questa maggiorazione indiscriminata, che colpisce il 70% dei nuclei familiari, pagano tutti, punto. L’ennesima ingiustizia nel Veneto di Zaia, Robin Hood al contrario che alza gli affitti a chi ha meno per dare sconti fiscali a chi ha di più. Siamo stanchi di queste ingiustizie, il Veneto merita di più: chi vive nella nostra regione ha diritto a sentirsi realmente sicuro, a partire dalla sicurezza della casa, della salute e del lavoro”.
Nonostante quanto abbia comunicato l’Ater, il rigido meccanismo di calcolo centralizzato a livello regionale non prevede che vengano affrontate le singole situazioni con le loro particolarità, e si fa riferimento a dati non aggiornati nonostante le moderne tecnologie lo permettano facilmente.
C’è chi si è trovato, è emerso dagli interventi dei convenuti, con un affitto aumentato a 570 euro al mese e con la difficoltà di farvi fronte immediatamente. La richiesta che viene dagli inquilini è quella di poter avere un confronto diretto sulle proprie situazioni, e regole chiare e comprensibili, che vengano stanati i veri furbi e disonesti, e non sfrattati gli inquilini onesti perché hanno accantonato dei soldi per il dentista o perché sono andati in pensione e hanno ricevuto la liquidazione.
Articolo Uno, assieme a tutte le opposizioni in regione, si propone di organizzare una mobilitazione degli inquilini e una manifestazione regionale perché venga cambiata questa legge ingiusta.
(Fonte e foto: Articolo Uno Treviso).
#Qdpnews.it