Cercasi sede per il gruppo Soccorritori Conegliano: “Abbiamo 6 mesi di tempo, qualsiasi aiuto è ben accetto”

Cercasi sede per il gruppo Soccorritori Conegliano
Cercasi sede per il gruppo Soccorritori Conegliano

A lanciare un appello sui social è stato Alfredo Primicerio, presidente del gruppo Soccorritori Conegliano Pubblica Assistenza Odv, volontari che ora hanno circa sei mesi per trovare una sede per la loro attività.

Il gruppo è sorto più di 50 anni fa: per tutto questo tempo è stato ospitato tra l’ospedale civile e il De Gironcoli di Conegliano, sedi regolate negli ultimi sei anni da un contratto d’uso gratuito.

Stando al racconto di Primicerio, dall’azienda sanitaria Ulss 2 è giunta una Pec nella quale veniva comunicato al gruppo la decisione di sciogliere il contratto, dando così una tempistica di sei mesi per potersi trasferire in un’altra sede e liberare quelle attuali.

Ora Primicerio ha lanciato un appello a quanti, tra imprenditori e privati, avessero uno spazio da mettere a disposizione pena il rischio, per il gruppo dei Soccorritori, di dover chiudere i battenti dopo 50 anni di storia in città.

Tale realtà si occupa di dare un servizio di trasporto con l’ambulanza a case di riposo e privati, secondo le varie necessità (dietro rimborso spesa a sostegno dell’associazione stessa), oltre ad assicurare l’assistenza nel corso di eventi e manifestazioni durante il weekend. I volontari sono tutti formati e provvisti di patentino per l’utilizzo del defibrillatore.

“L’associazione è nata nel 1970 a Milano e poi si è estesa in alcune città, essenzialmente in Lombardia e Veneto – racconta Primicerio -. Nel 1971 è nata a Conegliano, sotto il patronato dell’ospedale: da quell’anno è stato dato al gruppo un sottotetto al quarto piano dell’ospedale civile di Conegliano e poi accanto alla caserma San Marco ci hanno dato tre posti per le ambulanze. Ad un certo punto ne avevamo bisogno di un quarto, che non c’era, quindi abbiamo avuto un posto allo scoperto all’ospedale”.

“Tutto questo senza nessun contratto scritto. Quando poi, nel 2017, sono intervenuto come presidente, rilevando con il gruppo la precedente gestione, tra le prime cose fatte c’è stata quella di mettere nero su bianco questo accordo con l’Ulss – ha raccontato -. Quindi siamo riusciti ad avere un contratto di comodato d’uso gratuito con l’azienda sanitaria, senza scadenza ma con una clausola di rescissione per ambedue le parti, con sei mesi di preavviso”.

Primicerio ha poi riferito che, a differenza del passato, il gruppo di soccorritori non ha più un contratto con l’Ulss in termini di trasporto e soccorso primario, un servizio affidato a un’unica realtà, poiché questa dispone di oltre 60 ambulanze, in grado quindi di coprire tutto il territorio dell’azienda sanitaria.

“Prima avevamo qualche contrattino con l’Ulss, ora non più da sei anni, però siamo sempre ospiti dell’azienda sanitaria, a fronte di questo contratto di comodato d’uso gratuito – ha proseguito, riferendo che negli anni il gruppo si sarebbe reso indipendente su alcuni aspetti, come la fornitura di lenzuola per l’ambulanza e l’indirizzo mail di contatto -. Pian piano, intanto, ci siamo resi indipendenti, occupando gli uffici al quarto piano dell’ospedale civile e cinque posti (assieme a un magazzino) al De Gironcoli, dopo essere stati all’ex caserma San Marco”.

A giugno si sarebbe svolto un incontro tra Primicerio e il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi e poi con il sindaco Fabio Chies per affrontare e sistemare alcuni aspetti diversi dal tema della sede.

“Alla fine la situazione è che abbiamo ricevuto una Pec contenente la disdetta dal contratto e, ora, abbiamo sei mesi di tempo per andarcene – ha ribadito -. Ovviamente, dal punto di vista legale non si può dire nulla: si può recedere dal contratto e dare un preavviso di sei mesi, cosa che ci hanno dato. Però, visti i rapporti, i 50 anni di storia e il fatto che siamo dei volontari che fanno questo per passione, almeno potevamo ricevere una telefonata prima”.

“Ho mobilitato vari imprenditori che conosco per trovare una soluzione – ha aggiunto -. Come ho scritto sui social, noi non vogliamo l’elemosina da nessuno: siamo disposti a pagare quello che è dovuto. Se ci fanno un trattamento di favore ben venga, ovviamente, ma noi non riceviamo l’elemosina da nessuno”.

Per le esigenze di attività dei soccorritori, la sede in questione dovrebbe essere provvista di un ufficio di circa 20 metri quadrati, di un magazzino di 35 – 40 metri quadrati e di 3 – 4 posti auto per il ricovero di altrettante ambulanze (meglio se tutto all’interno di uno stesso capannone).

“Spero che si trovi una soluzione, altrimenti chiuderemo l’associazione, vendendo le ambulanze – ha affermato -. Qualunque aiuto possa darci una mano potrebbe andarci bene: se arriverà un posto all’aperto per le ambulanze, poi noi con i nostri soldi faremo una tettoia, recuperando lo spazio. Non è un problema. Anche nel caso di una sede un po’ antica, noi la rimoderniamo: l’importante è poter continuare a operare con le nostre attività e non buttare 50 anni di lavoro. Altrimenti (ma spero di non arrivare mai a questa soluzione) un’opzione potrebbe essere quella di bussare alla porta di un Comune limitrofo, andando a San Vendemiano, a Susegana o a San Pietro di Feletto e cambiando il nome all’associazione”.

“Tutto ciò è un peccato – ha aggiunto -. Tutte le volte in cui le istituzioni parlano, ringraziano sempre i volontari poi, alla prima occasione, succede esattamente il contrario e noi non possiamo farci nulla”.

(Foto: Facebook Soccorritori Conegliano Pubblica Assistenza Odv).
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