Con la primavera aumentano le corse non competitive a scopo benefico. Ma come si organizza un evento di questo tipo? Lo spiegano i giovani del Rotaract Club Conegliano, reduci della loro Pijama Run dello scorso 15 aprile.
“L’idea – ha spiegato Matilde Dufour, presidente della scorsa annata – mi è venuta un anno fa quando ho iniziato ad andare a correre e ho visto come siano tanti i giovani che si dedicano alla corsa. Quindi ho pensato ad un appuntamento che potesse dare l’opportunità di aiutare il territorio e ho scelto come destinatario la Fondazione Bernardi qui a Conegliano, un ente che si occupa di minori in difficoltà e al quale indirizzare i fondi ricavati”.
“Successivamente – ha proseguito Dufour – è necessario individuare che tipologia di corsa si vuole organizzare e noi ci siamo indirizzati verso una cosa che non fosse competitiva. Poi dovevamo scegliere il tema e da un confronto con tutto il gruppo è nata l’idea della corsa in pigiama, ma per rendere originale la cosa abbiamo voluto utilizzare un nome particolare e da lì è nata la Pijama Run”.
“Quando ci si vuole dedicare a una cosa di questo tipo – ha aggiunto Dufour – bisogna chiamare il Comune, il quale ti indirizza all’Informagiovani cittadino, dove vengono richiesti una serie di dati, poi si viene messi in contatto con la Polizia locale che valuta la questione del percorso da affrontare. Una volta che la modulistica necessaria è stata compilata, deve essere restituita al Comune che da il nulla osta all’evento. Nel frattempo l’Informagiovani inserisce l’appuntamento nel calendario delle manifestazioni e se l’iniziativa funziona, essa diviene una data fissa. Una volta che sono giunte tutte le conferme del caso, si procede con la ricerca degli sponsor, attività che continua fino a un mese e mezzo prima della corsa ed è un periodo molto intenso”.
Le attività da portare al termine e i particolari da aggiustare non si fermano qui, come ha spigato l’attuale presidente Maria Carla Canato: “Sicuramente è una cosa che dimostra una propria particolarità organizzativa, ma che ripaga visto che dall’anno scorso il numero dei partecipanti a cresciuto a 272. Penso che sia utile dedicarsi a queste attività, perché è un evento di coinvolgimento e che va oltre al mero senso economico”.
“Si tratta di un altro modo di fare beneficenza – ha spiegato Canato – e non c’è soddisfazione più grande di quella di portare avanti un’iniziativa di questo tipo, migliorandola, anche perché si vedono i risultati quando si fa qualcosa per la comunità: ti da lo stimolo nell’essere più presenti nella comunità stessa, dando un contributo concreto all’area del coneglianese”.
“Faticosa – ha aggiunto Canato – è la necessità di coordinare un evento di questo tipo. Quando ci si dedica a una cosa così, bisogna tener conto della necessità di autocoordinarsi come gruppo, di gestire la pubblicità dell’evento e sulla quale abbiamo spinto molto quest’anno, di richiedere le assicurazioni necessarie e di pensare alla collocazione dei volontari e dell’assistenza”.
“Inoltre – ha ammesso il presidente – è necessario pensare sempre al miglioramento dei dettagli: quest’anno abbiamo voluto venire incontro agli sportivi e, quindi, a fianco del percorso semplice di 5 km ne abbiamo ideato un altro di 10. Ci siamo concentrati molto sull’aspetto divulgativo dell’iniziativa, con una certa attenzione ai social anche per quanto riguarda le foto e la gestione delle iscrizioni l’abbiamo spostata in centro città. L’importanza di un’attività di tal tipo è vista sul campo”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Pijama Run).
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