Si è conclusa, con la stesura della carta del nuovo convitto, la giornata di formazione per gli educatori dei convitti, svoltosi il 23 novembre alla scuola enologica di Conegliano.
Presenti all’evento i dirigenti scolastici e le figure responsabili dei convitti del nord-est (“Mario Rigoni Stern” di Asiago, “Jacopo Linussio” di Pozzuolo del Friuli, “San Benedetto da Norcia” di Padova), giunti a Conegliano per siglare i punti salienti dell’atto innovativo.
Da tempo i soggetti appartenenti alla “Rete Convictus” – convitti annessi degli Istituti Scolastici del Nord-Est – avevano ravvisato la necessità di uno strumento operativo e facilmente fruibile, a supporto della crescita integrale e formativa degli studenti.
Dopo alcuni incontri, nei mesi precedenti, i “Padri Costituenti” dello storico documento hanno ritenuto i tempi maturi per procedere alla trattazione dell’accordo di rete nel quale opinioni ed esperienze interagiscono nel rispetto delle linee-guida nazionali.
La carta del nuovo convitto risponde alla logica della condivisione e del confronto e assolve gli obblighi del convitto, inteso come luogo di convivenza comunitaria, educativa e culturale.
In particolare il convitto annesso alla scuola enologica, custode di una lunga e consolidata tradizione, da oltre un secolo contribuisce alla crescita degli studenti.
“Molti giovani ospiti del nostro convitto – ha sottolineato nel suo intervento Mariagrazia Morgan, dirigente scolastico dell’istituto superiore “Cerletti” – sono figli di ex-convittori che, decenni or sono, giunsero a Conegliano desiderosi di intraprendere un indirizzo di studi nella filiera vitivinicola. Erano gli anni Ottanta. La città si era espansa dal punto di vista industriale e molti avevano già relegato l’agricoltura a un ruolo marginale, ma la scuola enologica rimaneva una realtà concreta e il convitto, che ospitava giovani provenienti da diverse parti d’Italia, un luogo da salvaguardare. Quei giovani che passeggiavano a piccoli gruppi, lungo viale Carducci, erano motivo di orgoglio per i Coneglianesi, consapevoli di possedere un patrimonio esclusivo. Oggi, come allora, questo ci investe di una responsabilità notevole, cui dobbiamo rispondere con azioni concrete. La formazione del giovane non può limitarsi alla sola attività didattica e non può prescindere dalla sinergia tra convitto, scuola, famiglia, società.”
Una responsabilità largamente sottolineata anche dall’ospite di eccezione, Dario Eugenio Nicoli – docente di sociologia all’Università Cattolica di Brescia – il cui intervento ha fatto da cornice alla tavola rotonda: “L’educazione è la via del positivo in un mondo in preda ad una visione catastrofica e il convitto disegna uno spazio di vita, di confronto e di crescita integrale della persona che proprio in questo tempo si esprime nella sua totalità. Famiglia e scuola cooperano tra loro per la crescita dell’adolescente che deve sentirsi amato, atteso, desiderato. La carta del nuovo convitto è opportuno che non sia perfetta solo formalmente, ma che raccolga esperienze vissute, frasi concrete e traducibili in vita reale. i giovani sentono se noi teniamo a loro. È fondamentale che il giovane viva la regola comunitaria come condizione di libertà positiva, assaporando la giusta ricompensa, anche nelle attività extracurriculari.”
In primo piano, durante il team working, anche la programmazione educativa e gli scambi culturali tra studenti provenienti da numerosi paesi europei per favorire il confronto tra giovani di diverse realtà. Per fine anno è in programma, ad Asiago, il Convictus 2020, manifestazione sportiva (calcio, basket, pallavolo, nuoto, atletica, calcio balilla, tennis tavolo, scacchi, orienteering) cui parteciperanno i quindici convitti del Nordest: una giornata di educazione e formazione attraverso lo sport.
(Fonte: Scuola enologica Conegliano).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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