Dopo la risposta di Forza Conegliano alla mozione di sfiducia contro l’assessore Claudia Brugioni, presentata da Movimento 5 Stelle, CambiAmo Conegliano e dal gruppo in maggioranza dei Popolari a Conegliano (qui l’articolo), nuovi scossoni politici si verificano nella città del Cima.
I consiglieri Leopoldino Miorin e Pierantonio Bottega hanno fatto richiesta di uscire da Forza Italia, entrando nel gruppo misto e sbilanciando, di fatto, quelli che sono gli equilibri in maggioranza.
Ma non è tutto: i Popolari per Conegliano, in accordo con l’opposizione del Movimento 5 Stelle e della civica CambiAmo Conegliano, hanno riferito come la Conferenza dei capigruppo tenutasi nella serata di ieri, giovedì 8 ottobre, non sia stato esempio di “una corretta e sana dialettica democratica”.
I gruppi in questione hanno reso noto come la mozione di sfiducia a Brugioni sia stata interpretata come una mozione estesa al sindaco e alla giunta, diversamente da quanto dichiarato dagli stessi mozionisti.
“Rinnovato il nostro disappunto, trattandosi di un atto squisitamente politico, – hanno scritto – si è proposto di variare il titolo della mozione con le parole ‘censura’ o ‘sull’operato’, in luogo della parola ‘sfiducia’: il presidente del consiglio comunale ha arbitrariamente declinato la controproposta, bollando le parole consigliate, come ‘sinonimi’ di sfiducia e ha cassato il provvedimento“.
“Si fa presente che la Conferenza dei capigruppo non ha poteri di scelta delle materie da sottoporre al consiglio, ma solo di organizzazione dei lavori consiliari. – hanno proseguito i mozionisti – Pertanto, la maggioranza non può decidere e scegliere quali siano i provvedimenti che si possono portare in consiglio comunale”.
“La pagina scritta ieri sera – hanno concluso – è fortemente lesiva della democrazia, perché mette il bavaglio a dei consiglieri comunali nell’esercizio delle loro funzioni e dei loro mandati di rappresentanza di istanze della società civile“.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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