Conegliano, completato il progetto del volto fetale in 3D: prima esperienza nel Nord Italia

Le nuove tecnologie sono sicuramente un aiuto per migliorare la vita di tutti giorni e ne è la prova il nuovo progetto del volto fetale in 3D, messo a punto all’Unità operativa di Diagnostica prenatale dell’ospedale di Conegliano, su iniziativa del dottor Alberto Rossi.

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Un’iniziativa unica nel Nord Italia, messa a punto per dare alla possibilità al genitore non vedente di capire la morfologia del bimbo, tramite una mascherina in resina che riproduce il volto del feto che si sta formando: sarà così possibile poter accarezzare il volto del bimbo, sul sottofondo del suo stesso battito cardiaco.

“Credo che questo sia un passo in più per l’umanizzazione “, è stato il commento di Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss2.

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L’ecografia fetale è una cosa un po’ magica – ha spiegato il dottor Rossi – e con questa nuova tecnologia viene data la possibilità di creare un legame tra il feto e i genitori, ai quali verrà consegnata questa mascherina che riproduce il volto del bambino“.

“Si tratta di un’esperienza che manca nel Nord Italia e Conegliano è il primo polo a metterla in atto. – ha proseguito Alberto Rossi – Per questo ci sarà la possibilità di accogliere qualsiasi coppia da ogni parte di Italia”.

Sul tema si è espresso anche Mario Girardi, della sezione di Treviso dell’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti, il quale ha osservato come si tratti di “un altro passo verso l’inclusione” e, di conseguenza, c’è tutta la disponibilità da parte dell’associazione da lui rappresentata per dare informazione sull’iniziativa.

Sicuramente una novità che può fare davvero la differenza nella vita di diversi futuri genitori.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Ulss 2 Marca Trevigiana).
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