Soltanto fra tre mesi sarà possibile parlare con cognizione di causa delle cause della morte del piccolo Jerome, neonato morto a soli due mesi in un appartamento di una palazzina di via Verdi a Conegliano, nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 aprile.
Dall’autopsia condotta dal medico legale Antonello Cirnelli e da Giacomo Faldella, direttore della cattedra di Pediatria e neonatologia all’Università di Bologna, – figure nominate dal sostituto procuratore Giulio Caprarola – non sarebbe emerso alcun danno agli organi, come non risulterebbe esserci stata una qualsiasi correlazione tra la vaccinazione somministrata il giorno precedente al decesso.
Tuttavia, le analisi non sembrerebbero essere finite qui: il cuore, i polmoni e l’intestino verranno analizzati per trovare le tracce di quella che, ad ora, sembrerebbe un’ipotesi di morte plausibile, ovvero un rigurgito causato dalla sindrome di morte improvvisa del lattante, nota anche come sindrome di morte improvvisa infantile.
Nel frattempo rimane aperto il fascicolo di indagine a carico di ignoti, aperto dopo la denuncia ai Carabinieri fatta dai genitori del piccolino, una coppia di origine africana da anni in Italia.
Genitori che, insieme ai due figlioletti di 13 e 3 anni, attendono di conoscere la verità di quanto avvenuto a Jerome in quella maledetta notte di aprile quando, a causa di una sua crisi respiratoria, erano stati costretti a richiedere un intervento urgente al Suem 118: le cure da parte dei sanitari e la corsa verso il vicino ospedale non erano serviti a strappare il neonato alla morte.
Solo fra tre mesi si potrà davvero sapere cosa è successo e forse chiudere, seppur dolorosamente, questo triste capitolo.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Google Maps).
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