Ricerca indipendente al servizio del futuro: a Conegliano un polo di studio sulle malattie cardiache

Mai come in questo periodo è emersa l’importanza della ricerca, senza la quale l’uomo non potrebbe disporre delle cure per sconfiggere i mali che lo affliggono.

E proprio a questa necessità primaria risponde l’Abc Study on heart disease foundation, una realtà dedita alla ricerca sanitaria indipendente, sorta nel 1992 e operativa a Conegliano, nell’area universitaria dell’ospedale De Gironcoli.

Una realtà che si focalizza sullo studio delle malattie del cuore, con risultati pregevoli e acclamati dal mondo scientifico e accademico internazionale.

Uno studio condotto con impegno, con l’obiettivo di dimostrare in ogni momento come “a lungo termine le cose possano cambiare, diversamente da quanto possiamo pensare” – come ha spiegato Giuseppe Berton, noto cardiologo dell’ospedale di Conegliano e anima appassionata di questo polo di ricerca, un medico che assieme ad altri colleghi ha contribuito alla nascita di questa realtà.

Un polo che è nato grazie al contributo della Regione Veneto, dell’Ulss e “di numerose persone che hanno dato una mano“, secondo quanto sottolineato dallo stesso Berton, il quale ha specificato come tra gli obiettivi ci sia anche quello di divenire, in misura sempre maggiore, un polo di attrazione per i giovani studenti e ricercatori.

Le cause del decesso e l’analisi della sopravvivenza nel lungo termine, oltre al legame tra la malattia del cuore e la neoplasia, sono soltanto alcuni degli aspetti studiati: i risultati sono poi stati oggetto di convegni e di articoli apparsi su riviste specializzate all’estero.

“La fondazione è di recente costituzione, perché la sua nascita risale a meno di due anni fa. – ha raccontato il cardiologo – Ma è frutto di più di vent’anni di lavoro e di esperienza: tutto quello che è stato fatto tra le aree di Adria, Padova, Bassano e Conegliano è poi confluito nella stessa fondazione”.

“Tutte le nostre energie si sono indirizzate verso un tipo di ricerca indipendente, che non ha un interesse economico, e nessuno scopo se non la ricerca stessa. – ha proseguito il medico – In questo modo abbiamo potuto godere del lusso di seguire i nostri pazienti per una vita”.

Un lavoro che ha previsto una campionatura di ben 600 persone nel corso di questi anni, con l’esito di pubblicazioni che hanno riscosso un certo interesse soprattutto nel Nord Europa.

“A lungo andare le cose cambiano – ha aggiunto il cardiologo – e nel lungo periodo è possibile osservare fattori che svelano aspetti diversi da quelli che ci si poteva aspettare. Si pensi, ad esempio, all’associazione tra il colesterolo totale e la mortalità: il loro legame è esattamente l’inverso rispetto a quanto potevamo ritenere”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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