La Galleria del Novecento gremita per la mostra su Antonio Bernardi, primo direttore di Banca Prealpi SanBiagio

Grande successo per il vernissage della mostra su Antonio Bernardi: ieri, sabato 8 febbraio, in una Galleria del Novecento gremita i curatori Lorena Gava e Roberto Piccin hanno presentato la loro esposizione che rende omaggio ad un artista raffinato e un collezionista colto che certamente merita oggi una riscoperta.

La mostra è stata fortemente voluta da Banca Prealpi SanBiagio, di cui Bernardi fu il primo direttore, che ha finanziato il progetto espositivo e il catalogo, sentendo la necessità di rendere omaggio ad un uomo la cui eredità umana ed artistica sono ancora oggi influenti nell’azione dell’istituto bancario. L’esposizione è presentata dall’associazione Contrada Granda in collaborazione con il comune di Conegliano.

Carlo Antiga, attuale direttore di Banca Prealpi SanBiagio, ricorda: “Antonio Bernardi. nel lontano 1963, scelse di affiancarsi ad una piccola banca locale che stava crescendo, facendo vedere quale era il suo obiettivo ideale: creare un istituto bancario che avesse un’umanità, quella che lui portava con se”.

“Grazie a lui – prosegue Antiga – la cultura e l’interesse per la comunità sono sempre stati elementi fondamentali all’interno della nostra operatività quotidiana. Questo imprinting è rimasto dentro la banca e ancora oggi riesce ad esprimersi, ad Antonio dobbiamo soltanto dare un grandissimo grazie”.

Grande commozione per il figlio di Antonio Bernardi, Angelo, che ha voluto omaggiare il padre con questa mostra affidandosi al progetto dei due curatori: “Credo doveroso rendergli omaggio come artista. Ha fatto molto bene il lavoro del bancario, ma la sua prima vocazione è stata l’arte, alla quale per vari motivi non si è potuto dedicare come avrebbe voluto”.

Un uomo che non cercava le luci della ribalta, ma che amava talmente tanto l’arte da riversarci dentro tutto se stesso quando poteva dedicarsi, racconta il figlio: “Ricordo quando arrivava a casa la sera e si sedeva al cavalletto. Lì esternava le sue emozioni, le sue paure e frustrazioni e le sue gioie, e in queste opere ora esposte potete vederci tutto questo”.

A raccontare il valore dell’artista la curatrice Lorena Gava, che ha riconosciuto in Bernardi un percorso anomalo ma assolutamente di valore: “Era una persona molto discreta ma con una dimensione interiore di grande profondità. In lui si riesce a cogliere come l’arte possa costituire un serbatoio di immagini, sogni e creatività che si può tradurre in efficienza, rigore, assiduità e osservanza. Sono sicura che lo stesso rigore, piacere e passione che si coglie in ogni pennellata fossero la stessa dimensione riversata poi nel mondo del lavoro”.

La mostra coglie le differenti sfaccettature della figura di Bernardi, persona colta e dalla visione ampia ma, allo stesso tempo, innamorata del proprio territorio e della dimensione locale della tradizione artistica.

Nella sala dedicata ai suoi dipinti si alternano paesaggi, talvolta realistici e talvolta percorsi da citazioni mitologiche o aneddoti surreali, nature morte che richiamano la grande tradizione fiamminga e olandese, scorci di campagna che catturano l’aspetto più rustico del mondo contadino.

In quella dedicata alla scultura una serie di ceramiche pattinate fino a sembrare piccoli bronzetti mostrano l’attenzione dell’artista alla grande lezione di Arturo Martini, ma anche la sua autonomia di pensiero e di stile.

Infine, una sala dedicata al collezionista, in cui trovano spazio opere di maestri locali: un grande nudo classicheggiante di Guido Cadorin, i paesaggi post-impressionisti di Fioravante Seibezzi, un ritratto di Juti Ravenna, per citare i più importanti, raccontano ancora una volta dell’amore di Bernardi per la tradizione della propria terra.

Lorena Gava raccomanda di ammirare anche l’artista impegnato nelle grandi decorazioni sacre nella cappella della Redenzione nella chiesa arcipretale di Tarzo: “Un luogo che rappresenta il tempio della sua espressione artistica. Bernardi umanizza il sacro, lo attualizza con un linguaggio quasi pop che mantiene però la sua tipica precisione di linguaggio”.

La mostra “Antonio Bernardi. L’uomo, l’artista, il collezionista” sarà visitabile fino al 1 marzo ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. L’ingresso è libero.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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