Lo scorso 28 gennaio lo spettacolo “Stupefatto” sulla dipendenza droga: in scena l’allievo di Dario Fo

Lo scorso 28 gennaio all’auditorium Toniolo di Conegliano è andato in scena lo spettacolo “Stupefatto”, basato su una storia di droga avvenuta negli anni Ottanta. Il protagonista è un adolescente caduto nel vortice della droga e divenuto simbolo di quanti si trovano invischiati nel tunnel della dipendenza.

Una forma di teatro civile, quella proposta agli studenti della Scuola enologica e degli istituti “Francesco Da Collo” e “Galileo Galilei”, grazie al coordinamento dei docenti Maria Rita Fidilio, Lucilla Rosolen e Leopoldo Pincin di un progetto promosso dal Ministero della Pubblica istruzione. Una proposta formativa, quindi, volta ad affrontare le possibili insidie presenti sul cammino dei giovanissimi.

Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia Itineraria teatro, nata circa 25 anni fa, che nel 2013 ha ricevuto un encomio da parte del Presidente della Repubblica per l’abilità nel proporre il dialogo teatrale come forma di comunicazione.

Inizialmente la compagnia proponeva tematiche di carattere storico, come nel caso di “Voci della Shoah” riguardante le testimonianze di Liliana Segre, Nedo Fiano e Goti Bauer. Successivamente l’attenzione si è spostata su problemi sociali, come le dipendenze da droga e gioco d’azzardo.

“Il teatro è il luogo della riflessione emotiva, in cui ognuno di noi può rispecchiarsi in senso positivo, ma può anche cogliere l’infondatezza delle proprie convinzioni. – ha dichiarato Mariagrazia Morgan, preside del Cerletti – Questo spettacolo permette ai giovani di concepire, attraverso il racconto di una storia vera, quali possano essere le conseguenze di un’informazione poco corretta. Ricordo l’emozione che suscitò in me la lettura del libro “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”. Anche in quel caso si faceva riferimento a una storia vera, a un racconto autobiografico, degno di essere rivisitato e approfondito”.

La voce narrante di “Stupefatto” è stato Fabrizio De Giovanni, allievo di Dario Fo, che ha così ricordato: “Il mio grande Maestro. È un’emozione parlarne. Lui e Franca Rame hanno insegnato, a me e a Maria Chiara Di Marco (direttore artistico di Itineraria), ad avere un profondo rispetto per il pubblico”.

“La loro era una battaglia continua, affinché lo spettacolo non fosse semplice esibizione, – ha proseguito De Giovanni – ma il risultato di un teatro che coinvolge e comunica emozioni. Abbiamo mantenuto una loro convinzione: la volontà di essere utili alle persone, in particolare ai giovani, favorendo in essi meditazioni e riflessioni che, un domani, potrebbero essere rievocate, distogliendoli da eventuali azioni negative“.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Scuola Enologica Cerletti).
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