Conegliano, lo “stato di salute” del settore trasporti durante la pandemia. Adriano Battistuzzi: “Viviamo nella confusione di regole”

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La crescita vertiginosa dei casi di Covid-19 nelle classi degli istituti scolastici della Marca trevigiana ha creato non poche difficoltà nella gestione quotidiana delle lezioni, tra quarantene, monitoraggi e autosorveglianze.

Ma come sta affrontando questo momento il settore dei trasporti? A rispondere a tale quesito è Adriano Battistuzzi, dell’omonima ditta coneglianese di trasporti, che si occupa della gestione dei pulmini scolastici, ma anche di corriere per viaggi e trasferte.

“Viviamo nella confusione di regole, facciamo fatica ma cerchiamo di adeguarci – è la risposta ‘a caldo’ fornita dallo stesso Battistuzzi – Servirebbe una regola unica, utile per gestire tutta questa situazione. Al momento poi mancano anche tanti bimbi con questa situazione“.

A ciò, secondo l’imprenditore, si aggiunge il problema dello scarso turismo dall’estero verso l’Italia, come Adriano Battistuzzi ha rilevato.

“Ci sono poche persone che dall’estero arrivano verso l’Italia: ho avuto modo di osservarlo con un servizio di trasporto che abbiamo fatto all’aeroporto di Innsbruck – ha proseguito – Senza contare anche le difficoltà con il personale che ha contratto il virus o ha avuto contatti con positivi, costretto a stare a casa una settimana in più perché non arriva l’esito del tampone di uscita“.

“A conferma di ciò, ho avuto un caso anche molto vicino a me che lavora nel nostro settore: si è sottoposto al tampone domenica 16 gennaio e ha avuto l’esito soltanto sabato 22 gennaio. In sostanza, è stato costretto a stare a casa una settimana in più per ricevere l’esito – ha raccontato – Intanto la ditta è costretta a pagare queste giornate in più, con tutte le difficoltà del momento e anche perché deve mantenere il proprio personale, per evitare che vada via“.

Battistuzzi ha chiarito che, quelle raccontate, non sono delle difficoltà vissute solamente dalla propria azienda, ma purtroppo condivise da tutto il settore.

“Il settore in generale è in difficoltà – ha ribadito – Noi, prima della pandemia contavamo circa 63 dipendenti, ora siamo scesi a 53: una decina se ne sono andati, tra chi ha cambiato lavoro e prepensionamenti. Nonostante tutte le difficoltà del momento, le tasse le devi comunque pagare, a fronte di fatturati non soddisfacenti”.

Oltre a queste difficoltà, Battistuzzi ha inoltre rilevato una criticità ulteriore: l’assenza di una scuola professionalizzante, in grado di formare non soltanto autisti di corriere e pulmini scolastici, ma anche trasportatori di sostanze pericolose e autisti di ambulanze.
Una criticità per il quale Battistuzzi ha lanciato un vero e proprio appello, affinché il Veneto possa essere il primo a muoversi in questa direzione.

“La nostra è l’unica categoria che non ha una scuola professionalizzante – ha spiegato Adriano Battistuzzi – Non è detto che con questa soluzione avremo poi tutti gli autisti necessari, ma sarebbe già un risultato, perché andrebbe a formare la figura dell’autista stesso, dando le garanzie di non correre particolari rischi e pericoli”.

“C’è un mondo attorno a questa cosa – ha concluso – che nessuno ha mai voluto approfondire”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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