Conegliano, proposta delibera per la revoca della carica di presidente del consiglio comunale di Bernardelli

Continua il braccio di ferro tra le varie forze politiche a Conegliano.

I mozionisti e i loro sostenitori, per un totale di 13 consiglieri, cioè più della metà del consiglio comunale, stavolta hanno presentato una proposta di delibera per la revoca della carica di presidente del consiglio comunale a Giovanni Bernardelli (nella foto), richiedendo che la stessa proposta venga inserita nell’ordine del giorno di una seduta consiliare futura, che dovrà svolgersi entro 20 giorni.

Proposta di delibera che è stata protocollata nella mattinata di oggi, venerdì 16 ottobre, indirizzata al sindaco di Conegliano Fabio Chies e allo stesso Giovanni Bernardelli.

I firmatari sono i consiglieri del Partito democratico Alessandro Bortoluzzi, Laura Rossetto, Italo Rebuli, Isabella Gianelloni e Andrea Barazzuol, della civica CambiAmo Conegliano, ovvero Flavio Pavanello e Shakibul Bhuiyan, e del Movimento 5 Stelle, cioè Alberto Ferraresi e Massimo Bellotto.

Oltre a loro anche il gruppo, in maggioranza, dei Popolari per Conegliano, rappresentati in consiglio da Francesco Polo e Stefano Dugone, e dagli ex consiglieri di Forza Italia, poi confluiti nel gruppo misto, Pierantonio Bottega e Leopoldino Miorin.

Il motivo di questo atto sarebbe sempre lo stesso: la condotta imparziale tenuta, a detta dai mozionisti, da Giovanni Bernardelli in occasione della Conferenza dei capigruppo dello scorso 8 ottobre.

In quell’occasione si sarebbe dovuto discutere a proposito dell’ammissibilità, o meno, della mozione di sfiducia presentata contro l’assessore Claudia Brugioni nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, poi fissato per lunedì 19 ottobre. Mozione di sfiducia per la quale i consiglieri firmatari avrebbero proposto, in seguito, un cambio di dicitura in “mozione di censura” o “mozione sull’operato”.

Secondo i mozionisti in quell’occasione, e non solo, Giovanni Bernardelli avrebbe assunto “un atteggiamento incompatibile con il ruolo istituzionale di garante imparziale” e si sarebbe confrontato in separata sede “solo con una parte dei capigruppo (segnatamente, quelli di maggioranza)”, esercitando “le proprie prerogative in modo illegittimo e arbitrario”.

La mozione non figura nell’ordine del giorno di lunedì nonostante, secondo quanto scritto nella proposta di delibera dai consiglieri firmatari, il regolamento del consiglio comunale preveda l’inammissibilità della mozione “solo quando la risoluzione proposta nella mozione sia attinente a materie non di competenza del Comune e comunque del consiglio comunale“.

In ogni caso, hanno ribadito i mozionisti, l’ammissibilità dipende dal fatto che in essa veniva espresso “un giudizio sull’operato di un componente della giunta comunale”.

Un dibattito acceso, quello scaturito dalla mozione “anti-Brugioni” che non si quieta, ma prosegue, scatenando nuove polemiche e azioni da parte dell’opposizione contro la giunta.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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