Covid Point di Conegliano, continuano disagi e proteste. Zanoni (Pd): “Bene i tanti test, ma Zaia riveda l’organizzazione”

Non si placano le proteste per le lunghissime code di veicoli che anche oggi, come spesso accaduto negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, si sono formate per accedere al Punto tamponi di via dello Sport, nel parcheggio della Zoppas Arena di Campolongo, alle porte di Conegliano.

Il Covid Point è preso d’assalto nei periodi di recrudescenza della pandemia, come quello che stiamo vivendo. E i disagi non mancano, come due lettori ci hanno confermato in prima persona: “Da stamane io e un mio familiare stiamo cercando di recarci nell’Hub di Conegliano al fine di effettuare un tampone rapido, ma purtroppo l’enorme flusso di persone che vi accedono impedisce di usufruire del servizio – ha scritto uno di loro nel primo pomeriggio -. Le code, ormai da giorni, sono di chilometri e rappresentano un grave pregiudizio per chi, magari anche malato o con bambini piccoli, necessita di avere il referto di un tampone (rapido o molecolare). La situazione sta creando grossi disagi anche alla circolazione, oltre in ogni caso a rappresentare un pericolo alla sicurezza di chi è in sosta sul bordo della strada”.

Un altro lettore ha raccontato la sua esperienza, che così sintetizziamo: “Sono in isolamento fiduciario perché la mia compagna è positiva al Covid, a distanza di una settimana presento dei sintomi. Vado per il tampone alla Zoppas Arena (con 37,5 di febbre) e dopo due ore e mezza di coda mi dicono che se non ho l’impegnativa del medico non posso farlo (avevo tentato di contattarlo tutta la mattina senza esito e nemmeno facendogli vedere al momento la notifica dell’isolamento). A quel punto mi vedo costretto a contattare la Guardia medica per avere l’impegnativa, la quale mi dice che non è necessario che io faccia il tampone perché ne avrei uno di fine quarantena dopo 5 giorni. Dopo avergli detto che trovavo assurda questa cosa, e che sarei andato a fondo tramite un legale, mi chiede se uso WhatsApp per inviarmela, rispondo di no e di mandarmela via mail, risposta negativa. A quel punto mi dice di passare dopo una mezz’oretta che me l’avrebbe fatta trovare fuori dallo studio per evitare ogni problema. Sono andato a prendere l’impegnativa, sono tornato a fare un’altra ora e mezza di fila al Covid point, effettuato il tampone, due ore dopo mi viene segnalata la positività, quando ero a casa con 38 di febbre. Se questo è il calvario che una persona sintomatica deve subire, credo bene che i contagi siano alle stelle, alla gente passa la voglia di farsi il tampone. Bambini alle 6.30 di mattina che fanno i bisogni dietro una siepe con 3 gradi e magari con la febbre (che prevenzione)”.

Altre dettagliate segnalazioni di “odissee” per accedere al Punto tamponi di Campolongo sono pervenute in redazione prima di Natale.

I disagi al Covid Point coneglianese sono naturalmente finiti sotto la lente di osservazione anche della politica: a margine dell’inaugurazione del Vax Point pediatrico di San Vendemiano, ieri, il presidente del Veneto Luca Zaia ha affermato che “siamo preoccupati” perché “questo è quanto riusciamo a erogare con le forze lavoro e l’organizzazione che abbiamo, non avendo altre truppe. Sarei anche io arrabbiatissimo di dover fare la coda. Al Governo avevo proposto di dare alle farmacie la disponibilità degli stessi tamponi che vengono fatti ai Covid point, ma a livello nazionale sono tutti concordi nel dire che un potenziale positivo non debba entrare in farmacia”.

Oggi è intervenuto sul tema anche Andrea Zanoni, consigliere regionale trevigiano del Pd: “Le scene viste ieri a Conegliano e le lunghe code che si registrano negli ultimi giorni ai centri tamponi non possono essere liquidate come inevitabili. Bene che il Veneto faccia più test di altre Regioni ma, anziché limitarsi a snocciolare primati, Zaia riveda l’organizzazione: non è sufficiente dire che non ci sono risorse e che, di conseguenza, bisogna abituarsi alle file chilometriche. Tracciare in tempi brevi e in sicurezza deve essere la priorità, vista l’elevata contagiosità della variante Omicron. E invece abbiamo persone anche con sintomi costrette ad aspettare per ore, senza sapere se e quando saranno testate. Nei giorni scorsi abbiamo proposto di aumentare gli addetti alla registrazione per provare a smaltire le code, non essendo personale sanitario dovrebbe essere meno difficoltoso reclutarlo”.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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