La finale scudetto 2023/24 della Serie A1 Tigotà di pallavolo femminile inizia con una serata di grandi emozioni: servono cinque set, con contorno di matchball sprecati ambo i lati, per decidere la squadra (Scandicci) che si porta avanti nella serie, fermo restando che per le pantere sconfitte cambia tutto sommato poco visto che – meglio tardi che mai – la finale è stata portata al meglio dei cinque confronti: il secondo è in calendario già sabato sera in Toscana. Le pantere escono da un Palaverde capace di un tifo indemoniato con l’enorme rammarico di non avere portato a casa una partita che le ha viste condurre per 11-7 e 13-8 nel quinto set.
A squadre ancora in campo è stata tra l’altro diffusa la notizia, sicuramente gradita a molti, che Gara3 avrà inizio alle 20.30 di mercoledì prossimo 24 aprile: scongiurata ufficialmente, dunque, la possibilità di un match pomeridiano potenzialmente decisivo per assegnare lo scudetto in giorno infrasettimanale lavorativo.
Gli starting six
Queste le scelte dei due allenatori, Daniele Santarelli per Conegliano e Massimo Barbolini per Scandicci. Le campionesse in carica (questa sera in versione rosé) iniziano – davanti agli occhi della super madrina Jenny Lang Ping – con il tradizionale 6+1 Wolosz – Haak, Fahr – Lubian, Plummer – Robinson Cook e De Gennaro. Scandicci replica con Ognjenovic – Antropova, Carol – Nwakalor, Zhu – Herbots e Parrocchiale libero.
Primo set
L’atmosfera è, come da copione, quella delle grandi occasioni, ulteriormente impreziosita dalla presenza del Coro ANA di Oderzo, esecutore dell’Inno di Mameli e – durante il riscaldamento delle atlete – di brani alpini e popolari. Alla “mezza” la scena passa alle giocatrici e – ancora – al pubblico: “Queste sono le nostre notti… La storia si fa qui” recita il gigantesco striscione della curva sud. Primo servizio di Carol ma primo punto di Haak, naturalmente da posto 2, da dove la svedese concede il bis appena dopo. Pochi istanti e Scandicci si porta già in vantaggio, grazie a una bella intuizione di Nwakalor che disorienta la prima linea rosé. E’ in realtà la battuta di Antropova a mettere in difficoltà dalle basi l’Imoco: ecco perché il servizio fuori giri dell’opposto gigliato viene salutato (sul 2-5) con un certo sollievo. Conegliano prova a variare i colpi in attacco, ma trova oltre la rete una Scandicci molto attenta e proattiva, anche in contrattacco. Male Plummer nel tentativo di recuperare un pallone, Santarelli capisce che è il momento di interrompere il gioco per la prima volta in questa finale scudetto. Grazie a una qualità di gioco crescente in quasi tutti i fondamentali e a qualche occasionale errore avversario, le pantere effettuano il controsorpasso. La Savino ritrova il vantaggio ma Antropova, questa volta, spreca il turno al servizio insaccando. Chi tifa per l’agonismo si sta di certo godendo un bel set, visto che si gioca a lungo punto su punto e che non è raro vedere difese o ricezioni che tornano direttamente nella metà campo di provenienza del pallone, vista la potenza dei tiri. Il muro di Lubian esalta il Palaverde e lo fa ben sperare (20-18), così come – dopo poco – il diagonalone di Plummer (22-20). Torna a fare paura il servizio di Antropova (2 ace sulla numero 2 Imoco), indi è Washington a dare il doppio setball alle ospiti. Time out Santarelli, poi ancora ace toscano e un po’ mestamente si cambia campo.
Secondo set
“Forza ragazze!” scandiscono i tifosi di casa, ma nell’intervallo c’è da lavorare con una certa urgenza sulla ricezione delle pantere: il tabellino parla di ben 5 ace subiti (4 da Antropova). C’è da fare i conti anche con un avvio arrembante delle ospiti. Conegliano passerebbe anche in vantaggio (4-3) ma l’enfasi di Parrocchiale nel sostenere che l’attacco delle pantere era in realtà terminato fuori trova soddisfazione nel videocheck. La stessa numero 11 ospite subisce poco dopo non uno ma due ace di Lubian. Bello il lungolinea di Plummer: 7-4 Imoco e Barbolini ferma tutto. Al rientro, muro a segno e Savino doppiata. Lubian non guarda in faccia a nessuna: nemmeno a Zhu, che deve inchinarsi all’ennesimo ace della centrale coneglianese. Questa volta è dentro l’attacco di Haak su Parrocchiale, e anche il successivo muro di casa (11-5). Per palati fini il lob di Robinson che ricaccia indietro una Scandicci a caccia del pareggio, così come la piroetta di Haak. Plummer appare tanto incerta in difesa (e talora al servizio) quanto padrona del taraflex in attacco (20-14), mentre Barbolini si gioca male un check. Da mostrare in tutte le scuole di volley lo scambio che porta al 21-15 di Haak (Wolosz con visuale palesemente a 360 gradi), poi sbaglia maluccio Zhu (!). Con un po’ di buona sorte arriva pure l’ace della Regina del nord, che si ripete subito dopo con lo stesso fondamentale che per due volte manda fuori giri Zhu (!!).
Terzo set
Si diceva di una ricezione da migliorare dopo il primo, negativo set: e così è stato: zero ace per Scandicci nel parziale precedente (ma per loro bilancio comunque in pareggio grazie alla mancanza di errori nel fondamentale). E adesso che muro di Lubian per il 3-1 Imoco! Qualche secondo e Barbolini è già in time out, preoccupato di vedere sfumare repentinamente il vantaggio che le sue ragazze si erano costruite nella prima mezz’ora di gioco. Ace di Fahr, muro di Lubian ed ecco servito il tennistico 6-1. Centrali Imoco protagoniste assolute di questa fase del match, in un’inerzia che vede Conegliano mantenere un vantaggio costante di 3-4 punti, di certo buoni ma insufficienti a stare tranquilli contro un’avversaria di tale rango. Il check corregge Pozzato: è buono il diagonalone di Plummer, a differenza della successiva pipe. E infatti eccola lì Scandicci, a -1; Santarelli “taumaturgo”: chiama time out e al rientro Antropova manda di molto fuori la battuta. Se non si fosse ancora capito, basta un minimo errore (ricezione “slash” di Gennari, nel caso di specie), per tornare ad avere il fiato sul collo di Scandicci. Haak, nel frattempo, continua a incantare: un autentico spettacolo, fin qui, la prova della svedese, per varietà e maestrìa nei colpi. E a proposito, diventa arduo classificare l’assist di Wolosz per Fahr che la chiude in primo tempo di fronte a un… muro a zero: spettacolo al Palaverde, poi però Plummer insacca in rete il servizio e parte del pubblico rumoreggia. Calma e gesso, perché Scandicci passa avanti proprio nella fase più delicata del set (20-21), ora serve non sbagliare nulla. Haak – e chi se no – riconquista la parità, poi manda in rete la battuta e si riscatta a tempo di record con un grande attacco a uscire. Herbots fa male, così come il 24-22 per le ospiti marchiato dal tabellone. Mezza Imoco chiede l’invasione aerea, che tuttavia il check non ravvede. Anche con un pizzico di sfortuna, le pantere cadono già al primo di due setball.
Quarto set
Torna in salita la Gara1 di una Prosecco Doc Imoco che nel terzo set ha dovuto fare i conti con un attacco così così e l’antica piaga dei servizi sbagliati (cinque nel parziale) ma comunque con tutte le carte in regola per ambire al tie-break. Plummer cicca l’occasione del pareggio a quota 5, poi Santarelli ferma in tutta fretta il gioco e si rivolge – anche con una certa animosità – alle sue atlete a bordo campo mentre il cubo dice 4-7. Tocca a Luca Barzi, allora, chiamare la standing ovation di un Palaverde che però è disorientato quando Haak viene murata da Antropova e Carol (nonché, secondariamente, quando l’impianto audio del palazzetto inizia a fare le bizze). Il momento è buono per Scandicci, ma per fortuna delle pantere qualche errore, nella metà campo gigliata, ci scappa comunque. E però il cambio di inerzia non arriva: 13-8 per le avversarie e Santarelli ha già finito le interruzioni. Barzi si sgola, buona parte del pubblico anche, la squadra abbozza una reazione e il tecnico di casa cambia la diagonale titolare con una coppia inedita: Bugg – Lanier (Piani questa sera veste la maglia del libero), con Plummer che oscilla tra posto 2 e 4 in una serata nella quale sembra che tutti i fari siano puntati su di lei. Disattenta Scandicci su un pallone lemme lemme che termina abbondantemente dentro il campo, Lanier va a segno appena prima di restituire il posto ad Haak, a cui il breve riposo ha fatto bene: 17-18 e Barbolini interrompe le emozioni prima che la stessa svedese raggiunga il pari. Tutto da rifare in un set molto complicato per l’Imoco, che la ribalta col murone di Fahr. Dallo stesso fondamentale giunge il +2, mentre sulle tribune si fa grossa fatica a capirsi tra vicini di sedia dialoganti, tanto è il rumore. Dolore quasi fisico, tra i tifosi, per l’ace mancino di Diop, autentico jolly di Barbolini la quale poi però manda lungo dai 9 metri. A segno Herbots, matchball Scandicci che Haak annulla. Si va ai vantaggi, Antropova è murata, idem la belga. E si riparte da zero.
Quinto set
Allo scoccare della seconda ora di gioco, la coppa dello scudetto non sa ancora a chi è più vicina tra le due finaliste. “Nel set precedente il pubblico ha avuto un ruolo determinante” chiosa Barzi urbi et orbi, e non ha per nulla torto, tanto quanto le ragazze di Santarelli che iniziano con una marcia sopra il set decisivo, venendo tuttavia agganciate già a quota 3. Si gioca molto sui nervi e sulle energie, che Haak sembra avere ancora in abbondanza, così come Lubian che trasforma di pura rabbia agonistica un rigore. Le metà campo si invertono con Scandicci doppiata (8-4) e ancora in balìa degli attacchi di Haak anche sotto la sud. Si sbaglia qualcosa, ma da ambo i lati del rettangolo rosa. Al 131esimo minuto di gioco la situazione sorride alle pantere: 11-7 e Barbolini senza più time out. Antropova va a farfalle su un pallone a scendere, poi diagonalizza troppo e Conegliano (13-8) ha decisamente in mano il pallino del gioco. Come se non ci fossero state abbastanza emozioni, arriva pure il doppio videocheck sullo stesso attacco fuori di Haak. Risultato? Niente quadruplo matchball ma un più teso 13-11 (e poi -12) pantere. In rete la battuta di Antropova, i matchball sono due: meglio che niente, decisamente. L’opposto scandiccese annulla il primo, Haak sbaglia il secondo. Sugli spalti mani sui volti e tra i capelli, sguardi al soffitto. Bardaro svirgola la ricezione, Washington non sbaglia la fast. La stessa americana manda lungo il servizio sul secondo matchball ospite: De Gennaro quasi “porta via” Bardaro, che era sulla traiettoria, poi Barbolini si gioca il check pigliandosi fischi a iosa. Bugg – Lanier – Bardaro in campo per l’Imoco, ancora Washington colpisce da posto 2. Nuovi cambi, ma non c’è più tempo: Herbots trova il diagonale di una vittoria che “rubata” non si può certo definire.
PROSECCO DOC IMOCO VOLLEY CONEGLIANO 2 – SAVINO DEL BENE SCANDICCI 3 (22-25, 25-16, 22-25, 26-24, 15-17). Durata set: 26′, 24′, 29′, 29′, 23′. Totale: 2 ore e 24 minuti. Arbitri: Pozzato di Bolzano, Zavater di Roma e Cerra di Bologna. Mvp: Antropova. Top scorer: Haak (34 punti. Antropova 31). GARA2: Sabato 20 aprile alle 20.30 a Palazzo Wanny di Firenze.
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