Giornata della Legalità, Falcone e Borsellino emblemi della lotta alla mafia: anche una moneta li celebra. Le iniziative sul territorio

Oggi 23 maggio si celebra in tutta Italia la Giornata della Legalità. In questa data si ricordano le stragi di Capaci, di Via D’Amelio e tutte le vittime innocenti della mafia.

Esattamente trent’anni fa, il 23 maggio 1992 alle ore 17.58, allo svincolo Capaci-Isola delle Femmine, sull’autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo, perse la vita in un attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra uno dei più importanti giudici antimafia in Italia: Giovanni Falcone, 53 anni, insieme alla moglie Francesca Morvillo, anch’ella magistrato, e a tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.

Rimasero feriti altri tre agenti: Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista Giuseppe Costanza, insieme ad una ventina di persone che stavano transitando nel luogo al momento della tragedia.

Il giudice quel giorno, come tutti i fine settimana, stava tornando in Sicilia da Roma ed era appena atterrato all’aeroporto di Punta Raisi.  

Quando le tre auto Fiat Croma blindate del magistrato superarono il km 5 dell’A29, in prossimità di Capaci, vennero fermate da un enorme esplosione, 5 quintali di tritolo. Ad azionare il telecomando, secondo quanto appurato dagli inquirenti, Giovanni Brusca, sicario incaricato da Totò Riina.

La strage colpì al cuore il Paese e da quel momento si diede vita a misure mai viste di lotta alla mafia, ma soprattutto ad una nuova coscienza collettiva. Quando morì, il magistrato aveva dato corpo ad un metodo di tecniche investigative rivoluzionarie e colpito al cuore la criminalità organizzata aggredendone il portafoglio.

Il 19 luglio dello stesso anno, alle ore 16.58, perse la vita, a causa di un attentato di Cosa Nostra in via D’Amelio a Palermo, anche il magistrato, insieme all’amico Giovanni Falcone, tra i più attivi nella lotta alla mafia, Paolo Borsellino.

Quel giorno egli si era recato in visita alla madre e alla sorella Rita quando al suo passaggio una Fiat 126, imbottita di tritolo, parcheggiata nella via, esplose provocando la morte del giudice e di cinque agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Walter Eddie e Vincenzo Li Muli. A sopravvivere fu solo l’agente Antonino Vullo.

I due magistrati sono rimasti nella storia e nella memoria di tutti per il loro impegno e per essere riusciti ad infliggere un colpo devastante alla criminalità organizzata con il più grande processo mai avvenuto al mondo, il Maxiprocesso di Palermo, 1986. Tenutosi nell’aula bunker del carcere del Ucciardone, costruita per l’occasione, esso vide 460 imputati, 200 avvocati difensori ed inflisse 19 ergastoli e pene per un totale di 2665 anni di reclusione.

Si interruppe così il mito della mafia invincibile: per la prima volta i boss andavano in carcere e vi rimanevano. Sarà tale impresa a segnare la condanna a morte dei due magistrati.

Questa Giornata, indetta nel 2002 e costantemente ricordata anche nell’Alta Marca, da vent’anni a questa parte vuole essere da monito per le nuove generazioni affinché non si arrendano alle associazioni criminose, incoraggiando attività didattiche nelle scuole mirate alla cultura del rispetto e della legalità. Tutto ciò per rendere la cittadinanza attiva, responsabile e partecipe.

L’amministrazione comunale di Susegana, ad esempio, ha scelto di ricordare Giovanni Falcone così: “Noi non abbiamo dimenticato Falcone, uomo solo abbandonato dallo Stato. Il ricordo è una nostra necessità contro tutte le mafie. Sulla parete esterna della nostra biblioteca, casa della cultura che promuove la libertà di pensiero, svetta la grande figura di un uomo indimenticabile” scrive su Facebook il sindaco Vincenza Scarpa.

A Conegliano, questa mattina nella sede centrale dell’Istituto Cerletti si è tenuta l’inaugurazione della “Scala della Legalità”, un’iniziativa fortemente sostenuta dalla dirigenza del Cerletti e dal gruppo di lavoro “Educazione al Benessere e alla Legalità” del quale è referente la prof.ssa Maria Rita Fidilio. “La scala – spiega l’istituto in una nota – rappresenta un modo per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie ma vuole anche spronare a un impegno sociale e civile che deve partire da ciascuno di noi e come istituzione educativa non possiamo non suscitare un momento di profonda riflessione che sensibilizzi i nostri giovani ad una cultura della legalità. La scalinata parte dal pensiero del Giudice Falcone quando sostiene “I valori non muoiono perché devono camminare con le nostre gambe e quindi con chi verrà dopo”. Ogni giorno i nostri alunni percorreranno i gradini sui quali sono impressi i nomi di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la collettività. Ogni gradino consegna una storia di vita alla quale agganciarsi per non smarrire mai la direzione, i loro sogni devono camminare sulle nostre gambe per essere cittadini più veri e coraggiosi che ogni giorno coltivano con lo studio, la passione e la dedizione il bene comune. L’auspicio è che giorno dopo giorno nei nostri giovani possa rinnovarsi quel senso di cittadinanza che li renderà degli adulti retti, consapevoli e cultori della legalità”.

Tra le autorità presenti alla cerimonia la dirigente scolastica Mariagrazia Morgan, la
Vicaria Marina Di Fatta e gli altri docenti componenti dello staff di Dirigenza, l’assessore comunale Yuri Dario, Martina Bertelle per la Provincia di Treviso, il consigliere regionale Roberto Bet, Barbara Sardella dell’Ufficio scolastico territoriale di Treviso, Franca Da Re dirigente ispettore ministeriale, l’ex preside del Cerletti Damiana Tervilli, Floriano Zambon presidente della Fondazione per l’insegnamento enologico e agrario di Conegliano, il parroco di San Pio X don Michele Maiolo e i rappresentanti delle Forze dell’ordine.

Il Poligrafico e Zecca dello Stato, nella Collezione numismatica 2022, ha reso omaggio a Falcone e Borsellino con una moneta da due euro a corso legale in tutti gli Stati membri dell’Unione europea e circolazione ordinaria, coniata per ricordare il sacrificio dei due magistrati nella lotta alla mafia, nel trentesimo anniversario della loro scomparsa.

La moneta, emessa nei giorni scorsi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata realizzata dall’artista della Zecca italiana Valerio De Seta che ha reso nell’opera, ispirata a una famosa fotografia di Tony Gentile, un’immagine realistica e quanto mai vivida dei due magistrati, simboli della difesa della legalità e del rispetto delle Istituzioni.

La moneta nella sua versione da collezione, dal valore nominale di 2 euro, è stata coniata in fior di conio e in proof, con una tiratura rispettivamente di 12 mila e 10 mila esemplari, a cui si aggiunge il rotolino da 25 pezzi fior di conio in 10 mila esemplari. La moneta per la circolazione ordinaria conta un contingente complessivo in valore nominale di 6 milioni di euro, corrispondente a 3 milioni di monete.

(Foto: Poligrafico e Zecca dello Stato).
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