Giro e sicurezza stradale, a Conegliano Gibo Simoni e Marco Scarponi, fratello di Michele: “Serve giustizia”

Le vittime della violenza stradale sono anche i familiari: genitori, fratelli, compagni, mariti, mogli, nonni, figli. C’è molto da fare in questo Paese affinché trionfi un’accoglienza e una giustizia nuova, dove la vittima non venga messa in un angolo ma al centro di un percorso vero, civile e umano”.

Ieri, sabato 17 ottobre, a Conegliano c’era anche Marco Scarponi, fratello di Michele, il ciclista professionista dell’Astana investito mortalmente il 22 aprile 2017 tra le strade di casa durante un allenamento.

L’occasione di questa forte affermazione di Marco Scarponi è stata la volontà di incontrare nuovamente la moglie e la cognata di un’altra vittima della strada: Ferrante Battistin, operaio edile di Valdobbiadene deceduto sul camion aziendale a Sernaglia, un mese dopo il noto ciclista, a causa di un frontale causato da un uomo che viaggiava in senso opposto senza patente e drogato alla guida.

La Fondazione Michele Scarponi onlus, nata per ricordare il 37enne vincitore del Giro d’Italia 2011, stava partecipando al Giro-E con il team “Bici Trek”, capitanato da Gilberto “Gibo” Simoni, due volte maglia rosa nel 2001 e nel 2003, proprio per lottare affinché ci sia una vera giustizia nei confronti di chi provoca la morte sulla strada e, in generale, lavora creando e finanziando progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro, ad iniziative che hanno al centro l’utente fragile della strada e della società.

L’interruzione del Giro-E prima dell’arrivo a Rovigo, per la positività al Covid di 17 poliziotti e di altri corridori, è stata l’occasione per consentire l’incontro di ieri tra queste due famiglie, unite dal dolore per la morte improvvisa di due persone speciali, una morte che ha cambiato per sempre le loro vite.

Gli incidenti mortali dei ciclisti sono un tema molto sentito anche da Rai Sport, in particolare dal suo direttore Auro Bulbarelli e dalla vicedirettrice Alessandra De Stefano.

La Rai, in questi giorni, ha più volte parlato del progetto della Fondazione Scarponi durante il commento alle tappe del Giro d’Italia, testimonianza di un affetto per Michele, scalatore amatissimo nelle sue Marche e anche a Santo Stefano di Valdobbiadene, dove è ben visibile da anni la scritta muraria “Scarponi sei un mito”.

Conegliano giro italia

Nessun familiare ha scelto di essere una vittima della violenza stradale, – ha affermato Marco Scarponi in seguito all’incontro di ieri con la famiglia di Ferrante Battistin – in molti, tanti, scelgono invece di mettersi alla guida sotto effetto di alcol e droghe, scelgono di andare veloci e guidare con il cellulare”.

“’Triste a chi capita’, ‘Destino’, ‘Incidente’ sono espressioni che sentiamo ripetere ovunque, da nord a sud. Questo approccio ai fatti violenti che accadono sulla strada deve cambiare, deve cambiare anche nei tribunali. – conclude Scarponi – La giustizia deve fare la sua parte perché è fondamentale per la conquista di una nuova percezione della sicurezza stradale e delle vittime. Diventare una vittima non deve essere più considerato un torto, una rottura di scatole, un paese civile sta dalla parte delle vittime”.

Un incontro importante quello di ieri con Marco Scarponi e il padre, con Gibo Simoni e Luca Panichi, lo scalatore in carrozzina, che ha consentito alla moglie e alla cognata di Battistin di parlare ancora una volta del tema della sicurezza stradale, così da avviare nuove collaborazioni nel ricordo di Ferrante e di Michele, ma anche per ragionare in termini più generali di mobilità sostenibile e di una maggior tutela di pedoni e ciclisti, utenti fragili della strada.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Marco Scarponi – Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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