Nuovo appuntamento con la poesia di Giuseppe Berton (qui la puntata precedente), medico cardiologo nonché fondatore e presidente dell’ABC Study on Heart Disease Foundation onlus, con sede all’ospedale civile De Gironcoli di Conegliano, e responsabile del progetto regionale veneto per la ricerca su malattia coronarica e neoplasia.
Una passione per la medicina affiancata alla creazione di versi, ora raccolti all’interno del volume “Prima di dirti amore” (scritto in italiano e in inglese, edito da Aletti, Roma, 2021), qui suddivisi in cinque diverse sezioni: “L’ultima sera dell’anno”, “Marocco”, “In un sospiro”, “Una volta ho scritto una poesia”, “Prima di dirti amore”.
Un esempio, quello dato dal medico, di quanto un hobby e una passione possano divenire un metodo efficace per affrontare momenti complessi e impegnativi, come il periodo storico attuale.
Nota alla poesia:
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,/ Silenziosa luna ?/ Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
Giacomo Leopardi
Sensibilità ed Umanità sono alla base della creazione artistica che possiamo apprezzare in questa splendida raccolta, impreziosita dai testi tradotti in Inglese, con grande capacità mimetica e interpretativa, da Luisa Randon. È poesia di vita, quella di Giuseppe Berton, di tutte le dimensioni della vita: del Tempo, dei Sogni e delle Speranze, della Compassione, nella sua accezione più sincera e consapevole, dell’Amore.
Dalla prefazione di “Alla luna”, Ediemme, Collana Calliope (qui il link).
ALLA LUNA
Ora le luci della sera sono svanite,
e ti guardo, sospesa nell’infinito,
bella chiara luna.
Mi sembri vicina, ti sento vicina,
in questa notte profonda,
senza calma nell’anima.
Posso dirti in segreto che mi piaci?
Mentre ti guardo, dolce luna,
sembri galleggiare tranquilla
nello spazio-tempo sopra il nulla,
sopra i nostri affanni.
Tenera luce che ci accompagni
sui sentieri nascosti dell’anima,
il mio cuore ti fa festa.
Ma dimmi, incanto degli occhi,
come fai a stare lassù sospesa?
Per favore mi racconteresti un sogno?
Mi piace ascoltarti,
quando scende il silenzio
e pare tu voglia parlare con noi.
Ora, mentre ti ascolto,
sento le ferite di ieri
e un rimpianto mi attraversa la pelle
e mi confonde i pensieri
e mi toglie il dolce sonno.
Vorrei scriverti una poesia,
mentre ti ascolto,
in questa notte che non vuole dormire.
Ti ricordi il canto,
il canto del pastore errante dell’Asia
ed il dolore che usciva da ogni suo passo,
sopra l’erba fresca di rugiada notturna.
Il poeta immenso
ha cantato di te,
perché sollevassi la sua pena,
perché gli sorridessi.
Ma lui ancora va con le sue greggi
per valli scoscese e campi e sassi,
con lo stesso dolore negli occhi.
Così le nostre anime ancora vanno
per vie incerte e tormentate,
portando ferite che non passano.
Malinconica luna,
luce che cade negli occhi
e sui sentieri segreti dell’anima,
forse sei solo un’illusione.
E la dolce ragazza sulla riva
del mare greco, nella sera d’estate,
che ti guarda sognante!
Le regalerai un bacio questa notte?
E la sposa felice, che oggi fa festa,
perché è la sua festa!
Le regalerai amore questa notte?
Mentre vegli sui nostri affanni,
sui nostri sogni,
sulle nostre speranze.
(Foto: web).
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