Il Riconoscimento “Paolo Sartori” alla carabiniera che salvò una donna in bilico sul ponte tibetano

La vicebrigadiere-eroe Martina Pigliapoco premiata da “Insieme con Paolone”

Insieme con Paolone” è un progetto in ricordo di Paolo “Paolone” Sartori. È presieduto dalla sua famiglia allo scopo di portare avanti l’esempio che Paolo è stato per molti: una persona leale, sincera, che amava unire le persone e stare in mezzo a loro, in occasione di eventi sportivi e non solo. Una spalla per tutti, un valido confidente, un uomo che ha saputo portare il sole in molti momenti grigi, questo è stato e sarà per sempre agli occhi di chiunque l’abbia conosciuto.

Con il “RICONOSCIMENTO PAOLO SARTORI” si vuole tenere vivo il ricordo di Paolo attraverso le gesta di persone che si sono dimostrate di esempio per la comunità, per i valori che hanno saputo esprimere in un particolare momento della loro vita. 

La seconda edizione del riconoscimento, che è stata presentata ieri sabato nella sede dell’Associazione Carabinieri in Congedo di Conegliano e alla quale sono intervenuti Silvano Piai, vice presidente dell’associazione, Primo Longo, assessore comunale allo Sport, Antonella Barbon, moglie di Paolo, la figlia Cristina e la sorella NadiaMauro Zanin, presidente del Comitato Cuoredarena, Sonia Bignù, presidente, e Mauro Salvador, vice, di VTV Volley e una rappresentanza degli Amici di Paoloneverrà conferito alla Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Martina Pigliapoco, che il 4 ottobre 2021, a Cortina d’Ampezzo, quando aveva 25 anni, salvò la vita di una donna che stava per buttarsi da un ponte tibetano.

La carabiniere Pigliapoco rimase seduta sul ponte, vicino alla donna che invece lo aveva già scavalcato e si trovava in equilibrio molto precario sopra un tirante, per quattro lunghe ore, ascoltandola con pazienza e cercando di trovare le parole per farle cambiare idea. E ce la fece. Commovente ed emblematica la foto che immortala Martina e la donna che camminano sul ponte abbracciate, facendo ritorno verso la “terra ferma”.

Questa la menzione: “Per aver dimostrato quanto la forza delle parole e l’umanità possono trasformare quel ‘fidati di me’ nella missione non solo di un carabiniere ma di ogni uomo”.

Antonella, moglie, e Nadia, sorella di Paolo, hanno ringraziato Martina Pigliapoco per aver accettato il riconoscimento e l’invito ad essere presente alla cerimonia di consegna che si terrà il 9 giugno nell’àmbito del tradizionale pranzo che si terrà all’Oasi Campagnola a Mareno di Piave.

“Vi ringrazio per aver pensato a me per questo riconoscimento – ha detto la vice brigadiere Pigliapoco – per me è un onore”.

“Ho letto le parole che ha citato alla signora che poi è riuscita a salvare – ha detto Cristina Sartori, figlia di Paolo – e mi è rimasto impresso il fatto di dire che è meglio avere un genitore che ha mille problemi piuttosto che non averlo più. So cosa significa non averne uno e posso affermare che è molto meglio avere il genitore con tanti problemi piuttosto che non averlo. La ringrazio, come figlia, per aver salvato una mamma, e così i suoi figli possono ancora contare su di lei”.

La vice brigadiere Pigliapoco, in collegamento dal suo ufficio della Stazione Carabinieri di Sigillo (Perugia), dove riveste il ruolo di vice comandante, ha risposto ad alcune domande.

Quali sono le emozioni che le sono rimaste dentro di quell’esperienza?

“Sicuramente il senso di attenzione per le persone che mi stanno accanto e quelle che incontro tutti i giorni sia al lavoro che nella vita privata. Cerco di guardare oltre quello che si vede e sentire oltre quello che si dice. Mi sono resa conto che molto spesso non ci fermiamo ad ascoltare veramente mentre magari una persona tenta di trasmetterci il proprio stato d’animo, il proprio malessere. Quindi cerco ogni giorno di portare l’empatia di quel giorno”.

Forza delle parole, umanità, fiducia sono le parole chiave della menzione. Si ritrova?

“Sì, decisamente. La forza delle parole è stata una scoperta per me, perché in realtà non ero mai stata espansiva o empatica nei rapporti con le persone. Dopo questo evento ho scoperto quanto le parole possono aiutare, ma anche far male in alcune circostanze. L’umanità penso che ognuno di noi l’abbia dalla nascita, basta solo riscoprirla e aver voglia di portarla alla luce in tutte le situazioni”.

Cosa le ha dato la forza e l’energia per stare con quella donna tutto quel tempo?

“La speranza di poterla abbracciare è quella che mi ha condotta fino alla fine. È stata più forte della paura di non riuscire, di mollare tutto. E anche la missione in cui credo facendo questo lavoro, che è una passione non un lavoro, è uno stile di vita, un modo di essere. E la testardaggine di portare a termine le cose”.

Il 9 giugno tornerà da queste parti. Che effetto le fa?

“È un po’ tornare a casa. Ho passato cinque anni in quelle zone. Per me casa è un po’ dove ti trovi bene, non è solo dove si ha la famiglia. Quindi per me è un piacere tornare”.

La giornata del 9 giugno, per la quale è ancora possibile prenotarsi dalla pagina Facebook “Insieme con Paolone”, è frutto della collaborazione tra la Famiglia Sartori, il Comitato Cuoredarena, la sezione ANC Conegliano, VTV Volley Vazzola e il gruppo “Amici di Paolone”.

(Foto: Guido Col)
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