Nell’era digitale in cui videogiochi, app e smartphone la fanno da padroni, il teatro dei burattini porta sempre con sé un certo che di ancestrale, un sapore d’altri tempi.
E questo alone di passato è quanto il Teatro dei Burattini e delle Mascotte Bergamasco ha svelato ieri a Conegliano, al teatro “Dina Orsi”, con il suo slogan “La fantasia prende vita”.
Un appuntamento che ha visto la presenza di un ampio pubblico, fatto di famiglie con bimbi di varie età, presenti per ascoltare la storia del burattino per eccellenza, Pinocchio, frutto della fantasia e della penna di Carlo Collodi.
Genitori che hanno portato i propri figli, “armati” di giochini e orsacchiotti, a trascorrere un sabato pomeriggio diverso dal solito; sicuramente lontano da televisione e videogiochi.
A inaugurare lo spettacolo è stato il coniglietto Bing, impegnato a salutare sia grandi sia piccini, ad abbracciare qualche nonna presente in sala, prima di essere letteralmente circondato da tanti bambini festanti.
A raccontare quella che è una tradizione di famiglia è stato il 32enne Oscar Orfei, da Bergamo, appartenente alla nota famiglia circense.
“Il nostro ramo famigliare si è specializzato sui burattini – ha raccontato -. Da sempre ci siamo dedicati a spettacoli vari, anche in piazza come, ad esempio, saltimbanchi. Poi, da circa 15 anni, abbiamo preso la direzione dei burattini“.
Un’attività che, inevitabilmente, si deve scontrare con le varie novità tecnologiche, pensate anche per l’infanzia, tipiche di quest’era digitale.
“Fortunatamente lo spettacolo dal vivo piace e crediamo che il teatro dei burattini sia un fatto culturale – ha spiegato Orfei -. Il nostro messaggio è proprio questo: lo spettacolo dal vivo è importante, perché dà a tutti, grandi e soprattutto piccini, delle emozioni che nessuno schermo virtuale può dare”.
Il Teatro Bergamasco dei Burattini in inverno gira vari teatri di diverse città (nella Marca, ad esempio, viene spesso a Conegliano e a Castelfranco Veneto), anche montane, d’Italia.
Poi, con il periodo estivo, la location più gettonata è quella delle piazze nelle località marine, specialmente della Riviera adriatica: se nei teatri l’allestimento richiede solo una quarantina di minuti, nelle piazze tutto diventa più impegnativo, vista la necessità di posizionare le sedie e di preparare le luci.
“Raccontiamo tante favole: Pinocchio, in questo caso, ma anche Biancaneve e tutte le storie classiche che ci valorizzano di più – ha proseguito -. Storie che poi riadattiamo un attimino per far capire ai bimbi, in forma semplificata, alcune problematiche”.
Ma come nasce un burattino? E i suoi costumi?
“Fortunatamente ci appoggiamo per la loro creazione a una scuola di Cervia, che si occupa proprio di burattini – ha spiegato -. Per i vestiti mia madre, Francesca Giannuzzi, è anche sarta, quindi li fa lei. Nel tempo, poi, abbiamo imparato a rinnovare i nostri burattini, a restaurarli e ripararli, in caso di rottura: ci arrangiamo a fare tutto”.
Un lavoro che, per il Teatro Bergamasco, è una vera e propria tradizione di famiglia, considerato che, a dare vita a questi burattini tanto amati dai bambini, è lo stesso Oscar assieme alla madre.
“Lo spettacolo dal vivo va valorizzato al massimo, perché regala emozioni uniche e il bambino va a casa portandosi qualcosa dentro – ha ribadito Oscar Orfei -. Ogni volta è una cosa fantastica vedere il sorriso dei bambini: è la cosa più bella”.
“Abbiamo unito il lavoro alla nostra passione, ecco perché per noi è un mestiere dai tanti aspetti positivi – ha concluso Orfei -. Per noi è una tradizione di famiglia, ma anche chi fa teatro può essere avvantaggiato, se vuole fare questo mestiere”.
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