Il “traffico” della Pontebbana d’un tempo immortalato dall’obiettivo di Vittorio Celot Celotti

Tra le foto che sicuramente generano più stupore ci sono quelle che immortalano una strada statale Pontebbana in bianco e nero e, soprattutto, senza traffico.

A scattare queste foto è stato Vittorio Celot Celotti (1896 – 1985), coneglianese appassionato di fotografia, che ha lasciato ben 2.500 immagini: una preziosa eredità visiva, che mostra quelle che erano gli scenari urbani (e, di conseguenza, le abitudini) nella città di Conegliano e dintorni.

Immagini che sono confluite, grazie a uno dei figli, ovvero Alberto Celot Celotti, nel calendario fotografico “Conegliano com’era….”, una carrellata di istantanee che consentono di fare un confronto con gli scenari abituali a cui siamo abituati.

E proprio il confronto tra lo scenario del passato e quello attuale del territorio rientra nella branca della cosiddetta geografia urbana, che studia l’evoluzione dei paesaggi cittadini in linea con quella che è l’evoluzione delle abitudini delle persone.

Grazie a queste immagini, è stato possibile vedere come in passato a Conegliano si mostravano la Gradinata degli Alpinipiazzetta Duca d’Aostal’ospedale De Gironcolivia Garibaldi e la zona del Cavallino.

Tra queste zone, sicuramente spiccano le due foto riguardanti la Pontebbana, una strada solitamente molto trafficata, specialmente negli orari di punta, dove non è raro che si verifichino delle code.

Uno scenario diametralmente opposto a quello che appare nelle due foto (non datate) in bianco e nero: il percorso super trafficato odierno lascia spazio a una strada sterrata, ovviamente priva di elementi di arredo urbano e senza una doppia carreggiata. Una strada che si mostra deserta, a eccezione di un carretto trainato da una coppia di cavalli.

Un percorso così tranquillo che, in un’altra immagine, viene scelto da un gruppo di bimbi che si dirigono a piedi verso la propria scuola, senza stare troppo attenti a tenersi in parte.

Due foto che, ancora una volta, svelano l’aspetto del passato degli scenari urbani a cui eravamo tanto abituati.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: per gentile concessione di Alberto Celot Celotti)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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