L’androne di Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, non è bastato per contenere tutto il pubblico accorso all’inaugurazione di “In alto mare”, biennale organizzata dall’Associazione INTArt.
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Un’occasione non solo di espressione artistica, ma anche di confronto sul tema dell’inquinamento marino, espresso secondo diversi linguaggi creativi, per i quali gli artisti riuniti (circa una trentina) hanno utilizzato materiali e mezzi di espressione differenti.
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Una volontà di confronto che Giovanna Pattaro e Matteo Della Libera, rispettivamente presidente e vicepresidente di INTArt, avevano già espresso in un’intervista rilasciata a Qdpnews.it, evidenziando la volontà di replicare tale iniziativa anche in futuro.
Ieri sera Pattaro e Della Libera hanno ringraziato tutti coloro che hanno collaborato all’iniziativa, oltre agli sponsor, tra cui Banca Prealpi SanBiagio e l’associazione Contrada Granda di Conegliano.
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Alla presentazione della biennale è stato coinvolto anche Giovanni Mascia, artista che non aveva fatto in tempo a partecipare al bando per la biennale ma che, comunque, ha voluto dare testimonianza dell’importanza di questa iniziativa a ingresso gratuito.
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Solo il catalogo, realizzato in carta riciclata, richiede un contributo, che verrà devoluto alle attività delle associazioni impegnate nella cura e protezione ambientale.
Un’iniziativa che proseguirà fino al prossimo 26 novembre, non solo con l’esposizione delle opere in Galleria del Novecento, ma anche con momenti di divulgazione e appuntamenti dedicati ai più piccoli.
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Intanto il visitatore potrà esplorare questa mostra, dove l’arte diviene “strumento di sensibilizzazione verso le tematiche ecologiche”: grazie a una commistione di generi, il pubblico ha infatti l’opportunità di toccare con mano gli effetti della nostra scarsa cura per il nostro ecosistema marino.
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Aspetti a cui, spesso, non poniamo attenzione e che, proprio per questo, la biennale si presenta come un momento di riflessione. A tal proposito, le opere sono affiancate a dei pannelli, dove vengono riportati i dati circa gli effetti dall’inquinamento dei mari.
Un esempio? Sicuramente il fatto che “700 specie animali sono vittime dell’inquinamento della plastica”.
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Bottiglie di plastica, reti di corda o di ferro, lattine, materiale di scarto, pellicole poste sopra a uno sfondo marino sono soltanto alcuni degli elementi visibili, tra tinte fosche e tonalità più accese, che accompagnano le classiche immagini di pesci, cavallucci marini e sirene. Senza contare carte d’ogni genere, anche di giornale.
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Opere diverse tra loro, ma tutte accomunate dalla rappresentazione della sofferenza dei nostri mari, troppo spesso “aggrediti” dalla plastica: un “deterioramento del mare”, raffigurato secondo “una diversa sensibilità artistica” e “creando anche delle immagini surreali”.
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Il risultato è così “un’immagine che deve fare suscitare un sentimento di speranza“, la speranza che una diversa coscienza porti a un miglioramento della situazione attuale.
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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