La giovane attrice Carolina Sala al Cinergia di Conegliano alla prima di “Vetro”, il “chamber movie” diretto da Domenico Croce

Ieri sera, venerdì 8 aprile, alla prima di “Vetro” al cinema Cinergia di Conegliano la giovane Carolina Sala ha provato l’emozione di ritrovarsi nella locandina del film a cui ha recitato da protagonista. Assieme a lei, ha partecipato con emozione anche il regista Domenico Croce, che ha diretto le riprese del thriller psicologico, prodotto da Daniele Basilio e Silvio Maselli con Vision Distribution.

Accolta da amici e famigliari, Carolina, classe 2000 (qui l’articolo), ha potuto presentare il suo film nel cinema di casa, dove ha cominciato ad appassionarsi alla recitazione e al mondo della cinematografia in generale. “Sì, sono emozionatissima – commenta sul momento l’attrice, – Anche perché qui ci sono le persone a cui tengo ed è ancora più importante non deluderle”.

Il soggetto di “Vetro” riprende in chiave contemporanea il modello dei cosidetti “chamber movie”, ovvero pellicole che vengono girate interamente in una stanza. Secondo Croce proprio il confronto con i classici avrebbe posto la produzione davanti a sfida: “La difficoltà maggiore è stata appunto lo sviluppo della storia, mirata a omaggiare un certo tipo di cinematografia. Ringrazio la produzione e la distribuzione per il grande lavoro che è stato fatto per approcciarsi alla realizzazione di questo film. È stato pensato in una prospettiva cinematografica, più che destinata al piccolo schermo o alle piattaforme”. La sceneggiatura del film, come ha ricordato Croce ieri sera, è stata redatta da Ciro Zecca e da Luca Mastrogiovanni.

In “Vetro”, Carolina è una giovane “hikikomori”, ovvero un’adolescente che decide di rinchiudersi in una stanza: nello sviluppo della trama, la protagonista dovrà fronteggiare questo limite.

Il suo ruolo, nel quale appare piuttosto evidente l’ispirazione orientale, descrive secondo l’attrice una figura molto distante dalla società, che non riesce a identificarsi nel mondo fuori e, per questo, si rinchiude in un mondo digitale: “È un personaggio distante dalla realtà di tutti i giorni e, per interpretarlo, è stato d’aiuto anche il lockdown: anche se il film non parla di questo, è stato capire come si vive senza nessun tipo di contatto umano. È stato interessante lavorarci, anche durante le prove” commenta l’attrice.

L’ispirazione per l’interpretazione di questo personaggio, oltre che dal film “Mother”, provengono anche dal piccolo schermo, con l’influenza sudcoreana della miniserie Maniac, di Cary Fukonaga.

Durante la presentazione, con Carolina Sala e Domenico Croce davanti alla platea, prima dell’inizio del film, “Vetro” è stato paragonato anche a “Cast away on the moon”, un film sudcoreano di Lee Hae-jun, che è stato premiato e apprezzato anche in Italia.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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