La Piccola Comunità festeggia 50 anni. “Quegli assegni di Berlusconi per costruire la nuova sede nascosti nel paltò donato a don Zuliani”

Ricordare il proprio passato, per guardare alla strada fatta, in vista dei progetti presenti e futuri: domenica scorsa 21 gennaio la Piccola Comunità ha festeggiato il 50esimo della propria fondazione con un appuntamento organizzato al Teatro “Dina Orsi” di Conegliano.

Era il 1973 quando don Luigi Vian e don Antonio Prai ebbero l’intuizione di creare un luogo che, negli anni, avrebbe accolto e dato un aiuto a diverse persone con problematiche di dipendenze da sostanze. Poi ci fu l’arrivo di don Antonio Zuliani.

Quello stabile di via Molmenti, in condizioni precarie e quindi restaurato, nel tempo divenne un punto di riferimento per le persone in difficoltà, assieme alle altre due sedi di Fontanellette e Mondragon di Tarzo.

Oggi la Piccola Comunità ha da poco un nuovo presidente, Floriano Zambon, dopo il passaggio di testimone con la storica guida Flavio Silvestrin.

Domenica l’evento, presentato da Marta Raminelli, per questo anniversario ha visto la platea del Dina Orsi al completo, che ha ascoltato questo viaggio nella storia, successivamente accompagnato dalle note di Erica Boschiero in quartetto con Sergio Marchesini, Francesco Ganassin, Enrico Milani e Andrea Ruggeri.

Zambon ha ringraziato coloro che “50 anni fa hanno gettato i semi di un frutto che bisogna continuare a far crescere rigoglioso”. Poi i saluti istituzionali sono toccati all’assessore Claudia Brugioni, per il Comune di Conegliano, e al consigliere regionale Sonia Brescacin, assieme a una rappresentanza dell’azienda sanitaria Ulss 2.

Per l’occasione, il figlio del pittore Ernesto Mattiuzzi aveva in precedenza donato un’opera del padre a ricordo di questo anniversario, mentre per gli spettatori era previsto un libriccino omaggio curato dal giornalista Barty Stefan.

Sono seguite alcune testimonianze degli operatori e di chi ha lavorato da sempre nella Piccola Comunità. Testimonianze come, ad esempio, quella riguardante don Vian, ricordato come “un uomo carismatico, una persona caparbia, spesso silenziosa“, ma con la “capacità di attrarre le persone”, descritto come “un grande pioniere, un gran sperimentatore”.

Tra le curiosità emerse nel libriccino per il 50esimo anche il legame tra questa realtà e Silvio Berlusconi, giunto in visita alla Piccola Comunità nel 2000 (don Antonio Zuliani era la sua guida spirituale, nonché un grande tifoso del Milan). L’imprenditore donò 200 milioni delle vecchie lire per la fondazione di una nuova sede di assistenza a Ponte di Piave.

Come si legge nella testimonianza, Zuliani aveva raccontato a Berlusconi l’intento di questa nuova opera, sicuramente non semplice da un punto di vista economico. Un fatto che non ricevette commenti da parte dell’imprenditore.

I due il giorno successivo andarono a vedere una partita del Milan e, terminato l’incontro, prima di salutarsi, Berlusconi disse al sacerdote di lasciar perdere il suo paltò nero, giudicato troppo vecchio e, piuttosto, di prendere uno dei suoi.

Berlusconi, prosegue il racconto nel volumetto, ne pose quindi uno sulle spalle del sacerdote, il quale accettò il regalo.

Una volta arrivato in autostrada, durante una sosta per fare benzina, il sacerdote si accorse di avere qualcosa in tasca: era una busta intestata a don Zuliani, contenente quattro assegni, per la cifra complessiva di 200 milioni di lire. I soldi necessari a realizzare l’opera.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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