L’Avis Conegliano si tinge di rosa, Romina Borsoi è la prima presidentessa: “Calo fisiologico delle donazioni del 10% a causa dei lockdown”


Eletta lo scorso aprile, in questi mesi la nuova presidente dell’Avis Conegliano, Romina Borsoi, è entrata nel vivo del proprio ruolo e della sua attività di guida del gruppo di volontari.

Dopo il passaggio di testimone con il suo predecessore Alberto Maniero, Romina Borsoi è la prima presidentessa dell’associazione, come lei stessa ha dichiarato con orgoglio: “Credo sia bello che anche qui ci sia il messaggio delle quote rosa”.

Assieme a lei ci sono anche Mirella Brugnera, l’attuale segretario dell’associazione, ed Elisabetta Serafin che si occuperà della segreteria nel 2022.

Una nomina, quella di Borsoi, avvenuta durante la pandemia che ha registrato un “calo fisiologico” (come lei stessa ha definito) delle donazioni, pari al 10%.

“I centri di raccolta delle donazioni non si sono fermati ma, durante i lockdown, c’è stato un ‘calo fisiologico’ delle donazioni – ha dichiarato – A tutto ciò si è aggiunto anche il fatto che per un certo periodo le sale operatorie erano attive soltanto per le urgenze”.

Borsoi ha specificato che, nonostante tutto, l’associazione continua a chiamare i propri donatori, mentre a coloro che vorrebbero diventarlo ma hanno dei timori, la guida dell’Avis ha ricordato che l’iter prevede la compilazione di un questionario di valutazione visionato dal medico, seguito da un prelievo per le analisi di base e di controllo dei parametri minimi (“Alcuni hanno scoperto così di avere dei problemi ematici”, aggiunge).

La nuova numero uno dell’Avis Conegliano non ha nascosto quanto la pandemia abbia comunque reso più complicate le attività, anche solo di coinvolgimento dei donatori: “Ora è difficile fare delle attività e organizzare dei momenti di aggregazione con facilità”.

Nel frattempo, quindi, l’Avis utilizza i social per attirare dei nuovi donatori, specialmente tra i giovani: a tal proposito esiste il progetto “Scuola strategica” con cui, negli istituti aderenti, i volontari spiegano il significato di essere donatori e quella che è la “cultura del dono”.

Nei momenti in cui c’è maggior necessità, i donatori vengono poi contattati via telefono oppure tramite mail. “L’Avis è un’associazione necessaria, che fa da tramite tra il cittadino e il sistema sanitario nazionale – spiega Romina Borsoi – Donare fa bene al prossimo e a chi lo fa: si scopre un mondo di persone e questo è un valore aggiunto. Una volta all’anno, poi, ci sono dei momenti per ringraziare: è un regalo a doppio senso, che ha un’andata e un ritorno“.

“Per coloro che dovessero avere dei timori, esiste un triage per l’accesso all’ospedale e al reparto, con la presenza di personale preparato: viaggiamo in sicurezza – ha aggiunto – La paura non è superiore a quella della conduzione di una vita normale”.

(Foto: Avis Conegliano).
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