L’ondata di maltempo nell’Alta Marca di questo inizio settimana ha interessato anche alcune chiese del territorio: si tratta di diversi edifici sacri del Quartier del Piave e della zona del Valdobbiadenese, ma anche delle foranie Pedemontana e Pontebbana.
“Ci sono arrivate alcune segnalazioni di danni agli edifici sacri causati dalla tempesta di lunedì sera – afferma don Mirco Miotto, incaricato dell’Ufficio per l’Arte sacra e i Beni culturali ecclesiasticidella Diocesi di Vittorio Veneto -, in particolare a Cordignano e Ponte della Muda, con vetrate infranti e problemi ai coppi, Gaiarine e Francenigo, Pieve di Soligo e Farra di Soligo”.
“In questi casi, le parrocchie aprono il sinistro con l’assicurazione – spiega don Miotto -. Di conseguenza, si chiama un architetto che valuti i danni assieme al perito dell’assicurazione, e poi si procede con l’intervento. In alcuni casi, come quello delle vetrate o della considerazione di un danno ‘ingente’, c’è bisogno di un ulteriore passaggio con l’approvazione della Soprintendenza”.
A Pieve di Soligo la tempesta di lunedì sera ha provocato dei danneggiamenti all’orologio del campanile e ad alcune finestre del Duomo di Santa Maria Assunta, come conferma l’arciprete monsignor Giuseppe Nadal: “I grossi chicchi di grandine hanno innanzitutto colpito e rovinato in modo ben visibile una parte dell’orologio. Per fortuna è tutto risolvibile: avevamo in programma un intervento a breve con la gru per rimuovere lo striscione di dedicazione degli interventi di restauro al beato Toniolo, perché ormai datato, e quindi presto provvederemo anche a questa riparazione. Nel frattempo abbiamo messo in sicurezza l’ambiente, anche se per fortuna si tratta del lato in cui le persone non transitano”.
“Inoltre, quattro o cinque vetrate del Duomo hanno subìto danni, anche se per fortuna non gravi – prosegue -. Tra oggi e domani adopereremo un drone per controllare i tetti, le tegole e i fotovoltaici, e programmare eventuali ulteriori interventi”.
Monsignor Nadal ha espresso la propria solidarietà a tutte le persone che devono far fronte a conseguenze del maltempo consistenti, da coloro che lavorano nel mondo dell’agricoltura a chi ha subìto danneggiamenti a beni materiali.
Conseguenze – fortunatamente non gravi – anche a Farra di Soligo: “I chicchi di grandine hanno ‘bucato’ un rosone del presbiterio della chiesa arcipretale, oltre a tre o quattro finestre delle navate – spiega l’amministratore parrocchiale don Andrea Dal Cin -. A Soligo, la furia della tempesta ha provocato il sollevamento e la rottura di alcuni coppi del tetto”.
Danni anche a Valdobbiadene. Qui – confermano i parroci in solido don Romeo Penon e don Paolo Pizzolotto – il maltempo ha interessato più opere parrocchiali: tegole cadute dal tetto della chiesa di San Floriano – dove si sono rotte anche alcune finestre -, dalla chiesa di San Gregorio e dalla canonica di San Pietro di Barbozza.
Nelle chiese di Cordignano, di Gaiarine e di Bibano la grandine, caduta verso le 23 di lunedì, ha rotto le vetrate. Dieci le finestre rotte nella chiesa di Bibano, due in quella di Gaiarine come conferma il sindaco Diego Zanchetta. A Francenigo, invece, la tempesta ha danneggiato il lucernario dell’oratorio, già riparato ieri dai volontari della Protezione civile.
I parroci hanno dovuto chiamare i Vigili del fuoco. “Anche perché – ha spiegato don Celestino Mattiuz, parroco di Godega di Sant’Urbano, Pianzano e Bibano – è necessario capire come fare per poter raggiungere quelle altezze e quindi poi come procedere per chiudere i buchi e mettere in sicurezza l’edificio”. Per poi attivare i passi successivi e giungere alla loro sostituzione.
La situazione a Colle Umberto è stata monitorata dall’architetto Monia Minetto, che è progettista e direttore dei lavori sia per il consolidamento strutturale della torre campanaria di Colle, che del restauro del soffitto e dell’affresco della chiesa di San Martino. Nel pomeriggio di oggi con il geometra Roberto Basei ha effettuato un sopralluogo sugli edifici, per poi preparare una relazione da inoltrare, secondo gli accordi presi, al sindaco Sebastiano Coletti.
I ponteggi del campanile hanno retto bene e non ci sono danni, si sono rotti solo i teli esterni che avvolgevano la torre campanaria. Ci sono invece danni notevoli sui tetti della chiesa di San Tomaso apostolo, della canonica e della Casa della dottrina. “Ci sono parecchi coppi rotti”, ha raccontato l’architetto. E sembra che il 40-50% della copertura debba essere sostituita. In alcune parti pare sia necessario effettuare un intervento con urgenza. Nella chiesa di San Martino ci sono poche tegole rotte ed essendoci una guaina sotto la copertura l’intervento ha un carattere di minor urgenza. Alla parrocchia del Menarè la grandine ha rotto quattro finestroni dell’oratorio.
Il parroco di Carpesica don Matteo D’Arsiè ad una prima ricognizione, non completa, ritiene che non vi siano problemi grossi alle chiese di Carpesica, Cozzuolo e Formeniga. Riservandosi, per altro, con l’aiuto di un amico che possiede un drone, di effettuare una ricognizione sui tetti degli edifici di culto e sulla canonica, perché i chicchi grandi come palle da tennis caduti ieri notte possono aver rotto dei coppi.
Non sono segnalati danneggiamenti alle chiese e alle opere parrocchiali né a Cappella Maggiore né a Caneva.
(Ha collaborato Loris Robassa. Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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